In tanti in vacanza, ma tutti negli stessi luoghi e concentrati negli stessi periodi. È la fotografia scattata dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio sull’estate 2021 degli italiani, ormai agli sgoccioli, ma che lascia ben sperare per il futuro. Sebbene i livelli del periodo pre-Covid siano ancora molto lontani, comunque, il report lascia intravedere i primi segnali di ripresa del settore turistico. Ma non mancano le criticità.
I dati sull’estate 2021
Secondo l’Osservatorio, nel periodo fra giugno e settembre ben 20,5 milioni di cittadini italiani hanno fatto una vacanza. Normalmente (prima della pandemia) sono 25 milioni, 4,5 milioni di persone in più rispetto a quest’anno. Il 71% di loro ha fatto una vacanza di almeno cinque o più notti; mentre il 18% si è concesso solo uno o più soggiorni brevi, sempre con pernottamento.
Tutti tra luglio e agosto
Il 5% si è invece limitato a delle escursioni o gite fuori porta giornaliere. Infine, il 6% degli intervistati ha intenzione di partire a settembre, ma non è ancora certo di partire. Per quanto riguarda il periodo preferito per le ferie, la scelta rimane concentrata nella finestra che va dalla seconda metà luglio ad agosto (51%). Ha scelto di partire a giugno solo l’8% dei vacanzieri.
Vacanze, si spende meno
Sul piano delle mete preferite, le località balneari mantengono saldamente il primo posto in ‘classifica’ con il 64%. A dominare è stata la Puglia. Seguono la montagna con il 18% e le città d’arte con il 9% delle preferenze. Infine, dal punto di vista delle spese, il 2% degli italiani ha dichiarato di aver speso più del previsto quest’estate. Molti, infine, coloro che hanno destinato alle vacanze un budget inferiore al passato: il 14% dal 2020 e il 30% rispetto al 2019.
I viaggi all’estero
Da ultimo, il capitolo dei viaggi all’estero. Anche in questo settore l’Osservatorio ha registrato timidi segnali positivi. Il 14% dei vacanzieri italiani ha scelto mete fuori dai confini nazionali, concentrandosi però quasi esclusivamente su Francia, Grecia e Spagna. Mancano, però, i grandi flussi esteri. Fatti salvi fenomeni di prossimità come i turisti tedeschi in Friuli-Venezia Giulia e Veneto e la presenza di qualche europeo, i grandi assenti restano i visitatori intercontinentali.