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“Non siamo assolutamente soddisfatti del Dl Ristori. Andavamo ristorati per la perdita annua del nostro fatturato. Ognuno ha risposto in maniera diversa al lockdown: noi delle città d’arte siamo stati particolarmente penalizzati dalla mancanza di turismo e soprattutto dallo smart working. Si può geolocalizzare il problema. Quanto ci è stato promesso col Dl Ristori non è sufficiente, perché è solo il 5-7% del fatturato annuo, forse consentirà a qualcuno di restare a galla. Altri non ci riusciranno, perché le spese sono davvero eccessive rispetto a quello che ci stanno dando“, lo afferma Roberta Pepi, del Movimento imprese ospitalità (Mio), parlando del Dl Ristori.
“Le misure del Dl Ristori non bastano. Il 2 novembre manifesteremo in piazza del Popolo”
“Si parla della posticipazione della cassa integrazione fino al 31 gennaio, ma mi chiedo quando arriverà quella di maggio, giugno, luglio agosto e settembre. Lo Stato si deve fare carico anche a livello economico del problema sanitario. Se il problema riguarda le persone che escono di casa, allora potrebbe essere necessario un lockdown strutturato. Si deve cominciare a parlare, per esempio, di decurtare il 30% delle imposte da qui a 2 anni e di una seria riforma economica e finanziaria. Probabilmente così facendo si potrà dare alle imprese il coraggio e la possibilità di andare avanti. Le iniziative che abbiamo intrapreso sono state dei flashmob per tutta la settimana. Il 2 novembre faremo una grande manifestazione a piazza del Popolo“, conclude Pepi.