Nel corso della giornata di oggi, giovedì 10 novembre, il Consiglio dei ministri sarà chiamato a valutare, ed eventualmente approvato, il decreto aiuti quater. Il provvedimento da 9,1 miliardi di euro è stato pensato per prorogare fino al termine di dicembre una serie di misure contro il caro-energia avviate dal governo Draghi. Il decreto legge prevede anche altri interventi il cui impatto diventerà evidente nel corso del 2023. Si passa dagli “sconti” per imprese e famiglie alla riduzione di 30,5 centesimi sulle accise. Gli interventi contro i rincari richiederanno risorse tra i 4 e i 5 miliardi, mentre la parte restante sarà destinata alle misure per il prossimo anno. Se tutto andrà come previsto, il decreto aiuti quater dovrebbe essere approvato in serata dal Consiglio dei ministri, per poi iniziare il suo inter parlamentare al Senato.
Decreto aiuti quater, le dichiarazioni di Giorgetti
Ieri, nel corso dell’audizione sulla Nadef davanti alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, Giancarlo Giorgetti ha parlato del decreto aiuti quater. Il ministro dell’Economia ha dichiarato che il decreto legge confermerà “le misure che riconoscono, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, contributi straordinari, sotto forma di crediti d’imposta, pari a una quota delle spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale”. Inoltre, verrà prorogata fino al 31 dicembre 2022 “la riduzione delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, Gpl e gas naturale impiegati come carburanti; per quest’ultimo sarà confermata fino al 31 dicembre la riduzione dell’iva al 5%”.
All’interno del decreto aiuti quater potrebbe essere inserita una norma per innalzare da 600 a mille euro il tetto dei fringe benefit con cui pagare le bollette. Una volta messe in sicurezza le misure di fine anno, il governo predisporrà poi la manovra con una dotazione “lorda” di circa 30 miliardi.
È già sta stato confermato che i 21 miliardi liberati elevando l’asticella del deficit-pil 2023 al 4,5% saranno destinati agli interventi contro il caro-energia. Tra questi potrebbe esserci anche la rateizzazione del pagamento degli oneri energetici. Giorgetti ha sottolineato che la politica di bilancio per il 2023 “proseguirà nel solco degli interventi finora adottati per limitare quanto più possibile l’impatto dell’elevata inflazione sui bilanci delle famiglie, in particolare quelle più bisognose, e salvaguardare la competitività del tessuto imprenditoriale”.
Spazio anche alla flat tax
In manovra dovrebbero approdare anche l’estensione della flat tax per autonomi e partite Iva ai ricavi fino a 85mila euro e la flat tax incrementale, che potrebbe essere finanziata con la razionalizzazione del Reddito di cittadinanza e/o un riordino della giungla deduzioni/detrazioni. Giorgetti ha dichiarato che “sono allo studio misure che riguardano l’estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti Iva di aderire al regime forfettario e la flat tax incrementale per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o d’impresa non aderenti al regime forfettario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”. Il pacchetto dovrebbe includere anche la cosiddetta “tregua fiscale”. Per quanto riguarda le pensioni Giorgetti ha dichiarato che l’ipotesi Quota 41 “non è esclusa”, ma “ci dovrà essere qualche forma di compensazione” anche eventualmente “da qualche economica dal reddito di cittadinanza e dalla sua manutenzione”.