La crisi di governo è tutt’altro che una mera ipotesi in queste ultime, concitate ore. Ma al netto dell’opportunità politica o meno di procedere in tal senso, una domanda che è lecito porsi è: quale sarebbe il suo costo? E non si intende dal punto di vista istituzionale, ma proprio economico. Ebbene, una stima in tal senso esiste.
Gli aspetti internazionali che incidono sui costi
Chiaramente non tutte le crisi di governo incidono nello stesso modo sui conti di un Paese. L’estate del 2022 però presentava già evidenti problemi per l’Italia, non tutti dovuti a questioni interne. La congiuntura attuale presenta infatti una situazione in cui già si sta pagando a caro prezzo la guerra in Ucraina e ciò che essa comporta. E questo include i problemi nel reperimento di gas e benzina, la carenza di materie prima, l’aumento del costo della vita e la galoppante inflazione. In più resiste lo spauracchio Covid, con l’aumento dei contagi che a sua volta è sempre più evidente.
La stessa Europa ha parlato chiaramente, con le previsioni di crescita dell’Italia che per la seconda volta consecutiva hanno vissuto un taglio. Il nostro Paese rischia di essere quello che nell’Unione europea crescerà meno nel prossimo anno, con previsioni del +0,9% nel 2023. Solo a maggio, cioè due mesi fa, si parlava di un +1,9%. E la crisi di governo, inevitabilmente, incide. “Seguiamo l’evoluzione della situazione italiana con il necessario distacco. Ma è giusto dire che la seguiamo con preoccupato stupore“, ha spiegato Paolo Gentiloni, commissario Ue per gli Affari economici e monetari.
Il prezzo di una crisi di governo: le cifre da brividi
Al contempo, è inevitabile passare in rassegna i freddi dati di fine giornata. A partire dal -3,44% registrato in Borsa da Piazza Affari, ma passando anche dallo Spread che in poche ore è lievitato. Giovedì, a fine giornata, ha infatti raggiunto 225 punti (sebbene sia al di sotto dei massimi di qualche mese fa). Il più grosso problema, però, riguarda tutti quegli interventi a favore della cittadinanza che una crisi di governo rischia di cancellare.
L’Italia rischia infatti di perdere oltre 30 miliardi di euro come conseguenza delle incertezze politiche in corso. In bilico potrebbero esserci gli interventi sui salari, quelli sul tetto di gas e benzina, quelli indispensabili per evitare la crescita incontrollata dei prezzi. In forse c’è proprio quello stesso Decreto Aiuti appena approvato in Senato, il cui valore è di 10-15 miliardi di euro. Ma ancora più pesante sarebbe la rinuncia alla quota di Pnrr (21,8 miliardi di euro) che spetta all’Italia per questo secondo semestre del 2022. Purché, peraltro, si rispettino gli impegni (tanti) che il nostro Paese ha preso con l’Europa. Si tratta di ben 55 obiettivi, da raggiungere entro il 31 dicembre. Indispensabile, quindi, una politica attiva e una burocrazia agile. Tutti fattori che, sommati insieme, allarmano anche Bankitalia. Che, tramite il governatore Ignazio Visco, ha parlato di “rischio recessione per due anni“.