I lavoratori costretti alla cassa integrazione per le conseguenze dell’emergenza Coronavirus dovranno attendere prima che le istituzioni liquidino a loro favore le indennità promesse. Allo Stato sono pervenute domande di cassa integrazione ordinaria da circa 300mila aziende per un totale di 4,5 milioni di lavoratori. l’Inps, inoltre, sta raccogliendo altre domande da parte delle singole regioni per quel che riguarda la cassa integrazione in deroga.
Lo slittamento delle date
Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, che citano fonti del governo, circa la metà degli importi destinati ai lavoratori è stata anticipata dalle aziende. L’altra metà sarà pagata entro fine aprile o comunque entro 30 giorni dalla domanda. Non si fa dunque più riferimento alla data del 15 aprile, come inizialmente speravano a Palazzo Chigi.
L’Abi: “Noi in difficoltà”
Il Comitato esecutivo dell’ABI è intervenuto sulla questione ritardi declinando ogni responsabilità. Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’Associazione ha sottolineato le difficoltà nelle quali le banche si trovano ad operare. In particolare, le dichiarazioni di immediata disponibilità di denaro non avrebbero tenuto conto di adempimenti “non dipendenti dalle banche”. L’ABI sottolinea come sia necessaria una semplificazione burocratica in questo senso.
“Le banche – dichiara l’Associazione -, per poter operare nel rispetto della legge, delle norme di vigilanza e della sana e prudente gestione che sempre devono rispettare anche nella fase dell’emergenza e dell’urgenza, hanno necessità di avere certezze giuridiche su strumenti e modalità operative”.
“Le banche stanno facendo tutto quanto è possibile e talvolta l’impossibile per essere vicine alle famiglie, alle imprese, a tutte le persone e categorie sociali così duramente colpite dall’emergenza” concludono i referenti dell’ABI.