Coronavirus, Assovie Torino: “Disponibilità di Cirio per superare la crisi”

Giovanni Lozzi, presidente Assovie, che dà voce alla maggioranza della Associazioni di Via di Torino, ha parlato dopo l’incontro con il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, per spiegare le iniziative della Regione a favore dei commercianti in questa Fase 2 del Coronavirus: “C’è grande disponibilità da parte della Regione Piemonte nel venirci incontro e nell’accogliere quelle che sono le richieste per superare questo momento veramente drammatico per i negozi e per tutte le piccole attività del commercio della città di Torino. Ho trovato persone molto disponibili con proposte di soluzione di buonsenso e quindi siamo rimasti molto contenti dell’incontro”.

Assovie attende risposte in questa Fase 2 del Coronavirus

“Di definitivo c’è che i 200milioni di contributi verranno destinati solo ed esclusivamente al piccolo commercio e c’è anche la volontà di non aprire nuovi centri commerciali, ma soltanto i lavori programmati. E questa per noi è una buona notizia, perché un ulteriore centro commerciale a Torino significa altre chiusure di altri piccoli negozi di commercio”, ha dichiarato il presidente di Assovie in previsione di una nuova fase del Coronavirus. “Per parrucchieri e ristoranti ci saranno contributi sicuramente per chi non ha potuto aprire in questi mesi e si sta valutando, in base ai dati nazionali che arriveranno questa sera, quando far ripartire le attività. Sarà un po’ più semplice per parrucchieri ed estetisti”, ha specificato il presidente di Assovie,“che quindi partiranno presumibilmente un po’ prima, mentre per bar e ristoranti c’è un problema in più: oltre alla data ancora da definirsi, se non quelle comunicate dai giornali in questi giorni, c’è il problema anche delle normative che dovranno essere rispettate, che sono in questo momento complicate e si sta cercando di cambiarle. Tutte le attività cercano di riaprire e di portare avanti il proprio lavoro, perché un’attività del piccolo commercio è quasi sempre un’attività di famiglia, magari tramandata di generazione in generazione e quindi si cerca fino a quasi l’impossibile di tenerla aperta”.

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