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“Abbiamo una grandissima sfida, non abbiamo alternative. Dobbiamo vincerla e lo possiamo fare solo tutti insieme”. Queste le parole con cui il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è rivolto all’Assemblea di Confindustria riunitasi all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Un evento cui hanno partecipato, oltre al presidente della confederazione Carlo Bonomi, anche altri rappresentanti dell’esecutivo oltre a membri dei sindacati e dell’opposizione.
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“Ci doteremo per il nostro piano di ripresa e resilienza di uno strumento normativo ad hoc, non c’è altra strada – ha detto Conte davanti ai presenti -. Una struttura dedicata con norme specifiche e soggetti attuatori dedicati che ci garantisca trasparenza e tempi di attuazione certi”.
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Sull’intreccio fra le decisioni prese dal governo per contrastare la pandemia e le esigenze economiche del Paese, il premier ha poi aggiunto: “In Italia abbiamo afferrato da subito che sarebbe stato impossibile porsi il problema della tutela del tessuto produttivo trascurando la salute delle persona. Lo abbiamo capito sin da quando i lavoratori si sono rifiutati di entrare in fabbrica, e non eravamo ancora al lockdown. Abbiamo afferrato un principio fondamentale: non si può tutelare l’economia senza tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini”.
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Nel suo intervento davanti all’assemblea, il capo di Confindustria Carlo Bonomi si è rivolto proprio al presidente del Consiglio: “Serve un nuovo grande patto per l’Italia, una nuova produttività dopo 25 anni di stasi, con l’obiettivo di massimizzare il ruolo di motore dello sviluppo del sistema delle imprese e del lavoro, e dare nuova centralità alla manifatture”.
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“Servono scelte per l’Italia del futuro. Scelte anche controvento. Serve il coraggio del futuro. Presidente – ha poi aggiunto, rivolgendosi direttamente a Conte –, lei ha detto: ‘se sbaglio sull’utilizzo del Recovery Fund, mandatemi a casa’. No, signor presidente. Se si fallisce, nei pochi mesi che ormai che ci separano dalla definizione delle misure da presentare in Europa, non va a casa solo lei. Andiamo a casa tutti. Il danno per il Paese sarebbe immenso. Ora è tempo di una azione comune, oppure non sarà un’azione efficace”.
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Sul palco dell’Auditorium romano è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che ha rivolto un appello a Confindustria: “Mi sono spesso domandato perché l’imprenditore percepisca lo Stato come un nemico, come un esattore delle tasse. Dobbiamo uscire da questa visione”.
“Abbiamo bisogno di un Paese dove sia semplice fare impresa – ha poi aggiunto -. Penso che lo Stato debba accompagnare le imprese verso il nuovo mondo, non sedendosi nei cda delle aziende, ma stando al fianco delle imprese e sostenendole”.
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