Santo Stefano: chi era e perché nella tradizione cattolica si celebra il 26 dicembre

Scopri la storia di Santo Stefano, primo martire cristiano, e l’origine della festività che lo celebra il 26 dicembre

Come per il Natale, anche il giorno di Santo Stefano non celebra un evento storico preciso, ma ha un significato simbolico. Il 25 dicembre è stato scelto per commemorare la nascita di Gesù Cristo e cristianizzare le festività pagane che si tenevano nell’Impero Romano, mentre il giorno successivo, il 26 dicembre, è dedicato alla memoria di Santo Stefano, considerato il primo martire cristiano. 

Chi era Santo Stefano?

La tradizione cristiana lo identifica come il primo uomo a sacrificare la propria vita per la fede in Gesù Cristo. Sebbene sia difficile stabilire con certezza la storicità della sua figura, la sua vicenda è narrata negli Atti degli Apostoli, un testo del Nuovo Testamento.

Secondo il racconto, Stefano era un diacono cristiano che visse a Gerusalemme nel primo secolo d.C. Fu scelto dagli apostoli come primo dei sette diaconi incaricati di prendersi cura dei poveri e degli orfani all’interno delle comunità cristiane. Ben presto, divenne un predicatore che cercava di convertire al cristianesimo gli ebrei che visitavano Gerusalemme.

Santo Stefano: chi era e perché nella tradizione cattolica si celebra il 26 dicembre
Santo Stefano: chi era e perché nella tradizione cattolica si celebra il 26 dicembre – Wikimedia Commons @National Gallery – Newsby.it

 

Questa attività lo rese bersaglio dell’ostilità dei farisei, un influente gruppo politico e religioso dell’epoca. Stefano fu portato davanti al sinedrio, il tribunale religioso, dove rifiutò di ritrattare le sue convinzioni. Accusato di blasfemia, fu condannato a morte tramite lapidazione.

Il metodo di esecuzione della condanna a morte solleva interrogativi sulla datazione storica degli eventi. Durante l’occupazione romana, infatti, la crocifissione era la forma standard di esecuzione, mentre la lapidazione non era consentita. Alcuni storici ipotizzano che la morte di Stefano possa essere avvenuta in un periodo di interregno tra un procuratore romano e l’altro, quando il sinedrio avrebbe potuto agire con maggiore libertà.

Un’altra teoria è che Stefano sia stato vittima di un linciaggio improvvisato, piuttosto che di una condanna formale. In ogni caso, questi dettagli rimangono incerti e aperti all’interpretazione.

Il culto di Santo Stefano iniziò a diffondersi nel quinto secolo d.C., quando le sue presunte reliquie cominciarono a essere custodite in diverse chiese. Secondo la tradizione, il suo cranio sarebbe conservato nella basilica di San Paolo fuori le mura a Roma, anche se frammenti sono presenti a Putignano, in provincia di Bari.

Altri luoghi affermano di custodire parti del suo corpo: un braccio è attribuito alla chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, un altro a San Luigi dei Francesi e altri ancora a Santa Cecilia in Trastevere e Capua. Questa proliferazione di reliquie, alcune evidentemente non autentiche, testimonia l’importanza del culto del santo nella tradizione cristiana.

Secondo Jacopo da Varazze, vescovo di Genova nel XIII secolo e autore della celebre “Legenda Aurea”, la festività di Santo Stefano era inizialmente celebrata il 3 agosto, giorno associato al ritrovamento delle sue reliquie.

Successivamente, fu spostata al 26 dicembre per collocarla vicino ad altre ricorrenze importanti della tradizione cristiana, come quella di San Giovanni Evangelista, celebrato il 27 dicembre. Questo spostamento sottolinea l’intento della Chiesa di consolidare un calendario liturgico incentrato sulle figure più vicine a Gesù.

Santo Stefano è venerato come esempio di fede e sacrificio. Il suo martirio rappresenta l’incrollabile dedizione ai principi cristiani, anche di fronte alla persecuzione e alla morte. La celebrazione del suo giorno è un momento per riflettere sui valori di altruismo e coraggio che caratterizzano la figura del primo martire cristiano.

Oltre al suo significato religioso, il giorno di Santo Stefano è oggi una festività civile in molti paesi, Italia inclusa. Rappresenta un momento di raccoglimento e riposo dopo le celebrazioni natalizie, mantenendo vivo il legame con le radici della tradizione cristiana.