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Nonostante l’assenza di pubblico in sala per le restrizioni anti Covid e la tremenda crisi in cui è piombato il mondo dello spettacolo, il Teatro dell’Opera di Roma prova a guardare avanti e apre la stagione il 5 dicembre con Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, un evento che farà l’occhiolino a una particolare veste cinematografica e che guiderà una rassegna di concerti sinfonici in live streaming. Gli spettacoli saranno realizzati a porte chiuse: niente pubblico, soltanto gli artisti in presenza.
“Periodo difficile, ma il tempo non va buttato via”
Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, ha grande fiducia in questa soluzione alternativa. “Crediamo che questo periodo così difficile sia un tempo che però non vada buttato via – afferma –, quindi stiamo provando a sperimentare in modo creativo delle forme diverse, alternative allo spettacolo tradizionale”.
“La versione de Il Barbiere di Siviglia che aprirà la stagione teatrale è pensata per l’occhio della macchina da presa, non per una platea che non c’è. Di fatto, sarà un vero e proprio film. Mario Martone ha avuto un’idea geniale, ha fatto una grande installazione nel teatro vuoto. Era un’occasione unica, quella di utilizzare il teatro come una grande scenografia. Intendo non solo il palcoscenico, ma anche la platea, il Palco reale, gli altri spazi. Quindi credo che sia venuta fuori una produzione molto originale“.
“Nuova modalità potrebbe avvicinare nuovi spettatori al teatro”
“A dicembre faremo dei concerti in streaming con il nostro Direttore musicale Daniele Gatti e con Michele Mariotti – preannuncia poi il sovrintendente -. Saranno dei concerti che, in qualche modo, proseguiranno il racconto musicale de Il Barbiere di Siviglia, ma ci saranno anche altre sorprese“.
“Il teatro virtuale e lo streaming sono una cosa molto lontana dallo spettacolo dal vivo. Siamo però in una situazione talmente complicata che è importante mantenere il rapporto con il nostro pubblico. Magari questa nuova modalità può avvicinare anche uno spettatore che normalmente non viene al teatro” conclude poi Fuortes.