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Si è tenuta nella mattinata di venerdì a Roma la presentazione del cippo del Pomerium dell’epoca dell’imperatore Claudio, un reperto archeologico di grande importanza ritrovato nel corso dei lavori che stanno proseguendo nel mausoleo di Augusto.
Reperto risalente al 49 d.C.
La conferenza stampa si è tenuta questa mattina all’Ara Pacis e all’evento ha partecipato anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Il reperto, ritrovato circa un mese e mezzo fa, evidenzia come attraverso le iniziative dell’imperatore (che governò dal 41 al 54 d.C.) si era provveduto ad allargare i confini della Città eterna.
In particolare, il cippo testimonia un’operazione compiuta da Claudio nel 49 d.C. grazie alla quale ridefinì i confini del Pomerio, cioè della “cinta sacra” in cui non potevano entrare né l’esercito né i magistrati in armi. Il reperto presenta il nome dell’imperatore arricchito dai suoi appellativi, le cariche che rivestiva proprio nell’anno 49 e la causa della modifica dei confini.
Raggi: “Il cippo sarà ricollocato nel mausoleo”
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La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha espresso grande soddisfazione in sede di presentazione: “Oggi presentiamo un reperto eccezionale – ha detto – che è stato rinvenuto durante i lavori di riqualificazione della piazza Augusto imperatore. Il cippo è stato temporaneamente messo all’interno dell’Ara Pacis. Sarà poi ricollocato all’interno del mausoleo. Dimostra come le campagne di scavo a Roma portano alla luce reperti che aprono dibattiti sul nostro passato”.
“Viviamo in una città straordinaria sotto ogni punto di vista, siamo fortunati – ha aggiunto la prima cittadina della Capitale -. Il reperto, dando indicazioni precise sull’allargamento dei confini della città, può cambiare determinate considerazioni storiche. Si tratta di un vero e proprio tuffo nel passato, che ci fa bene e ci permette di conoscere le nostre origini”.
“Questo cippo, poi, è praticamente integro – ha concluso Raggi -. Per questo motivo ci permette di avere indicazioni pulite e precise sulla sua epoca. Roma continua a regalarci gocce di passato, che di tanto in tanto tornano alla luce”.