Giulia Caminito ha vinto la 59esima edizione del Premio Campiello con il suo romanzo “L’acqua del lago non è mai dolce”. La scrittrice romana, 33 anni, ha trionfato con 99 voti sui 270 arrivati dalla Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi. Al secondo posto Paolo Malaguti con “Se l’acqua ride” e al terzo Paolo Nori con “Sanguinaancora”.
Il Premio Campiello, nato nel 1962 per impulso della famiglia Valeri Manera, ogni anno premia un’opera di narrativa italiana edita nell’anno di riferimento. “Non mi aspettavo assolutamente nulla. Certo non pensavo di vincere” ha detto Caminito. “Dedico alle donne il mio premio, perché possano sempre avere la possibilità di leggere e scrivere ovunque“.
Dal 1963, anno in cui venne assegnato il primo Premio Campiello a Primo Levi per il suo “La tregua”, ad oggi, sono diverse le opere narrative e gli autori che si sono distinti alla manifestazione. In particolare, diverse donne hanno conquistato negli anni il Premio Campiello, da Margaret Mazzantini a Michele Murgia, da Donatella Di Pietrantonio a Rosella Postorino, fino alla vittoria nel 2021 di Giulia Caminito. Di seguito i libri da leggere per ripercorrere, in “chiave femminile”, la storia degli ultimi 20 anni del premio.
Il romanzo di Giulia Caminito, vincotre del Premio Campiello 2021, è rientrato anche nella cinquina finalista del Premio Strega. “L’acqua del lago non è mai dolce” (Bompiani) racconta la storia di Gaia, un’adolescente difficile. A fare da sfondo alla storia della protagonista e dei suoi amici il Lago di Bracciano, a nord di Roma. Un romanzo che vuole raccontare un adolescenza tormentata, lontana dalla grande città, tra amori difficili, false amicizie e la determinazione a provare ad uscire da una vita piatta e insapore.
Nel 2018 a trionfare al Premio Campiello è Rosella Postorino con “Le assaggiatrici” (Feltrinelli). Il romanzo è ispirato alla storia vera di Margot Wolk, scomparsa nell’aprile 2014, selezionata in un gruppo di 15 giovani donne che, nel 1942, ebbero il compito di assaggiare il cibo di Adolf Hitler per confermare che fosse sicuro. Una storia che racconta una vicenda forse poco conosciuta, dove legami d’amicizia e d’affetto vengono costruiti giorno dopo giorno, mentre sullo sfondo prosegue la Seconda Guerra Mondiale.
Al precedente Premio Campiello, nel 2017, a trionfare è Donatella Di Pietrantonio con “L’Arminuta” (Einaudi). Anche la scrittrice abruzzese, come Giulia Caminito, è stata presente nella cinquina del Premio Strega 2021. Il romanzo vincitore del Premio Campiello racconta la storia di una tredicenne che, senza capirne davvero le ragioni, viene rimandata alla sua famiglia d’origine (da qui il titolo del libro, termine dialettale traducibile in “la ritornata”). Qui la protagonista si ritrova a dover fare i conti con una vita tutt’altro che agiata, in un contesto che le è estraneo e ostile. La ragazzina riuscirà a instaurare un legame profondo solo con la sorella e i due fratelli. Solo nel finale, però, capirà i motivi del suo “rientro a casa”.
“Accabadora” (Einaudi) di Michela Murgia è il romanzo vincitore del Premio Campiello nel 2010. Tradotto in diverse lingue, racconta la storia di Maria, che a quasi due anni dalla sua partenza dalla Sardegna, riceve una lettera dalla sorella che le comunica le condizioni di salute gravi di Tzia Bonaria. La notizia porterà la protagonista a tornare a Soreni per accudire quella che ha sempre visto come una vera madre. Un romanzo da leggere, soprattutto per l’attualità del tema. Infatti, Maria dovrà considerare frettolosamente le sue convinzioni sull’eutanasia, tematica di cui si sta parlando spesso in relazione alla raccolta firme per il referendum avviata dall’Associazione Luca Coscioni. Il termine sardo “accabadora“, inoltre, denota la figura della donna incaricata di portare la morte a persone di qualunque età, nel caso in cui queste fossero in condizioni di salute tali da portare i familiari a richiederla.
La scrittrice italo-irlandese Margaret Mazzantini ha conquistato il Premio Campiello nel 2009 con “Venuto al mondo” (Mondadori). Il romanzo, da cui è stato tratto l’adattamento cinematografico del 2012 diretto da Sergio Castellitto, racconta la storia di Gemma e Pietro, madre e figlio. La donna, un giorno, decide di accompagnare il ragazzo a Sarajevo per fargli scoprire i luoghi in cui il padre ha perso la vita, combattendo in guerra. Un libro da leggere tutto d’un fiato, che racconta non solo il rapporto madre-figlio, ma anche una storia dolorosa, cruda e piena di sentimento.
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