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A partire da sabato 2 ottobre sarà possibile visitare a Palazzo Strozzi, a Firenze, “Shine” la mostra dell’artista americano Jeff Koons. Fino al 30 gennaio 2022 sarà così possibile vedere una selezione delle sue opere che riprodurranno il concetto di lucentezza. Questo, inteso come gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire.
Durante la conferenza di presentazione della mostra a Palazzo Strozzi presente anche Jeff Koons: “Ogni giorno mi devo dare dei pizzichi per rendermi conto di quanto sono fortunato e onorato di essere qui“. “Ho sempre voluto partecipare alla vita e sentirla. Ho sempre cercato di capire ciò che mi circondava e trarne il meglio. Questo sono riuscito a farlo solo grazie all’arte, che è un veicolo che connette tutte le discipline umane“.
E ha poi concluso: “Per questo la vita mi ha consentito di continuare a divenire ogni volta. L’arte ci consente di mantenere un contatto con i nostri predecessori. Un legame che ci consente di migliorare. Quando succede, ci si apre anche di più verso gli altri, attraverso la rimozione del pregiudizio e l’accettazione. Amo il lavoro di Michelangelo e di Verrocchio. Questo amore mi consente di divenire e ‘Shine’ riguarda proprio questo, l’accettazione di sè e degli altri per una vita più significativa“.
“Shine”, Jeff Koons arriva a Palazzo Strozzi
Jeff Koons è sicuramente uno degli artisti contemporanei più importanti a livello globale. “Shine“, a Palazzo Strozzi, è curata da Arturo Galansino e Joachim Pissarro e porta a Firenze una selezione delle opere più celebri dell’artista, dalla metà degli anni Settanta ad oggi.
La mostra, sviluppata insieme all’artista, ospita diversi prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e musei internazionali. Come detto, tutta l’esposizione si gioca sul concetto di “shine”, lucentezza, intesa come ambiguità tra diversi aspetti, come l’essere e l’apparire. Jeff Koons, attraverso le opere in mostra, mette in discussione il nostro rapporto con la realtà, ma anche il concetto stesso di opera d’arte. “Le opere dell’artista americano pongono lo spettatore davanti a uno specchio in cui riflettersi e lo collocano al centro dell’ambiente che lo circonda” si legge sul sito ufficiale di Palazzo Strozzi.