La cucina italiana è stata candidata come patrimonio dell’umanità Unesco

Su proposta del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, e del ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, la cucina italiana è stata ufficialmente candidata per essere inserita nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco per il 2023. Oltre all’appoggio del governo, è arrivato il parere favorevole anche della Commissione nazionale, alla presenza di Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura. L’iter di valutazione dell’Unesco si concluderà entro dicembre 2025: nel frattempo, sarà il ministero degli Esteri a trasferire il dossier per le relative procedure. 

Spaghetti
Spaghetti | Pixabay @JESHOOTS-com

Il dossier proposto

A stilare il dossier è stato Pier Luigi Petrillo, professore della Luiss: Petrillo, che ha esperienza nelle candidature all’Unesco, in passato si era occupato della documentazione dei pizzaiuoli napoletani e della dieta mediterranea. Nella pratica, la cucina italiana è definita come un’insieme di riti, pratiche e gestualità che, basandosi sui antichi saperi locali, la identificano e la rendono unica. Il momento del pasto, infatti, in Italia è non solo un’occasione per condividere, ma anche un momento di confronto. Una pratica millenaria, che rende unica sia la tradizione italiana, che le persone che la portano avanti.

Cucina italiana
Cucina italiana | Pixabay @RestaurantAnticaRoma

Le proposte di Lollobrigida

Sul fronte ‘cibo-alimentazione’ ci sono altre novità per il settore. Nella conferenza stampa che si è tenuta giovedì 23 marzo al ministero dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha annunciato di aver firmato 4 decreti inerenti all’etichettatura dei cibi che contengono farine di insetti. Come spiegato dal ministro, “ci si può nutrire di quello che più si ritiene idoneo, ma per quanto riguarda la farina di grillo, locusta migratoria, verme della farina e larva gialla, pensiamo serva un’etichettatura che specifichi in modo puntuale e visibile quali prodotti hanno derivazione da questi insetti”. I decreti prevedono “un’etichetta con provenienza del prodotto, i rischi connessi al consumo e il quantitativo di farine di insetti presente, ma abbiamo anche previsto scaffali appositi dove possono essere esposti all’interno dei negozi”. Questo affinché “chi vorrà scegliere grilli, larve e locuste possa indirizzarsi lì e chi non vorrà farlo, come immagino la maggior parte degli italiani, potrà tenersi lontano”.

Alla conferenza stampa erano presenti anche il ministro del made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro della Salute Orazio Schillaci. Per Urso vige il principio di trasparenza alla base dei decreti firmati, “su cui si fonda la capacità di scelta di consumatori che devono sapere come un prodotto è stato realizzato, da dove proviene e con cosa è fatto”, al fine di “esser liberi di utilizzare o meno un prodotto”. Schillaci, invece, ha annunciato che il governo vigilerà con i Nas sul rispetto delle nuove disposizioni. 

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