Il suo esordio letterario risale al 2011, nella vita fa la dentista pediatrica e vive in provincia di Pescara, in Abruzzo, che da sempre racconta con grande sensibilità. L’età fragile si aggiudicato il premio votato dai più giovani
Donatella Di Pietrantonio, con il suo romanzo L’età fragile (Einaudi), è la vincitrice dell’undicesima edizione del Premio Strega Giovani. Il libro di Di Pietrantonio ha ottenuto 138 preferenze su un totale di 605 voti da parte di una giuria composta da ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni provenienti da 103 scuole secondarie superiori in Italia e all’estero. Al secondo posto si è classificata Antonella Lattanzi con Cose che non si raccontano (Einaudi), con 72 voti, seguita da Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (Sellerio), che ha ricevuto 67 voti. I tre libri ricevono un voto valido per la designazione dei finalisti al Premio Strega.
La premiazione a Tor Bella Monaca
La vincitrice è stata annunciata durante un evento condotto da Loredana Lipperini, tenutosi al Teatro di Tor Bella Monaca. All’evento hanno partecipato Nicola Franco, Presidente del VI Municipio, Filippo D’Alessio, Direttore del Teatro di Tor Bella Monaca, Giovanni Solimine e Stefano Petrocchi, rispettivamente Presidente e Direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, e Giuseppe D’Avino, Presidente di Strega Alberti Benevento. Camilla Pedraglio, Responsabile Servizio External Relations di BPER Banca, ha annunciato il Premio Strega Giovani per la migliore recensione, assegnato a Federica Pitone del Liceo Scientifico Statale Zaleuco di Locri (RC), che ha ricevuto una borsa di studio offerta dalla Banca.
Durante la cerimonia, è stato presentato il nuovo progetto della Fondazione Bellonci, “Storie di Periferia. Riportare le periferie al centro della storia,” realizzato con il sostegno di Enel Cuore e con la collaborazione della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle Periferie. Il progetto mira a trasformare la cultura e la bellezza attraverso laboratori di scrittura e lettura nelle scuole di Caivano (NA) e Tor Bella Monaca (RM). La prima tappa di questo percorso è stata proprio la premiazione del Premio Strega Giovani 2024 al Teatro di Tor Bella Monaca.
Di Pietrantonio: “Chiedo scusa alle nuove generazioni, non vi lasciamo il migliore dei mondi possibili”
La scrittrice 62enne alla consegna del riconoscimento ha dichiarato: «Grazie, non me lo aspettavo. Ringrazio le ragazze e i ragazzi di oggi che troppo spesso sottovalutiamo e invece sono molto altro, una grande famiglia» per poi aggiungere:“Mi sento anche di chiedervi scusa a nome di tutta la mia generazione che non ha preparato per voi il migliore dei mondi possibili”, ha aggiunto.
Chi è Donatella Di Pietrantonio?
Donatella Di Pietrantonio nasce il 5 gennaio 1962 ad Arsita, un piccolo paese montano in provincia di Teramo, da una famiglia contadina. Nel 1986 si laurea in odontoiatria presso l’Università dell’Aquila. Attualmente vive a Penne, in provincia di Pescara, dove esercita la professione di dentista pediatrica.
L’esordio letterario
Il suo esordio letterario avviene con Mia madre è un fiume (Elliot, 2011), un romanzo sul rapporto tra una madre malata di Alzheimer e la figlia che si prende cura di lei, attraversando le memorie delle loro vite. Nel 2014 pubblica Bella mia (Elliot), che racconta le vite di Caterina, artigiana ceramista, e del suo nipote adolescente Marco, dopo la morte della gemella di Caterina nel terremoto dell’Aquila del 2009.
Nel 2017 esce L’Arminuta (Einaudi), che narra la storia di una tredicenne costretta a tornare alla sua famiglia biologica dopo essere cresciuta con una coppia che l’aveva presa con sé da piccola. La protagonista deve affrontare il trauma di un duplice abbandono e cercare di adattarsi alla sua vera famiglia. Borgo Sud (Einaudi, 2020) segue le vite adulte della protagonista de L’Arminuta e di sua sorella.
I premi vinti nella carriera letteraria
Le opere di Donatella di Di Pietrantonio hanno ricevuto numerosi riconoscimenti. Mia madre è un fiume ha vinto il Premio letterario Tropea 2011. Bella mia ha conquistato il Premio Brancati 2014 e il Premio internazionale Penne-Mosca 2020. L’Arminuta ha vinto il Premio Campiello, il Premio Napoli e il Premio Alassio Centolibri – Un autore per l’Europa nel 2017, ed è stato trasformato in una pièce teatrale e in un film diretto da Giuseppe Bonito nel 2021. Borgo Sud è stato candidato al Premio Strega 2021. Nel 2017, Di Pietrantonio è stata insignita dell’Ordine della Minerva dall’Università “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara.
Il successo de L’Arminuta
Tra le opere di maggiore successo di Donatella Di Pietrantonio, L’Arminuta occupa un posto di rilievo. Il romanzo, che narra la storia di una ragazzina costretta a tornare alla sua famiglia biologica dopo anni trascorsi con una coppia adottiva, ha conquistato il pubblico e la critica, vincendo numerosi premi, tra cui il Premio Campiello. La vicenda toccante e il ritratto vivido dei personaggi hanno fatto de L’Arminuta un punto di riferimento nella narrativa contemporanea italiana, tanto da essere adattato per il teatro e il cinema.
I temi ricorrenti nelle sue opere
I temi centrali delle opere di Di Pietrantonio includono il lutto, la perdita, l’abbandono e i complessi rapporti familiari. La scrittrice esplora anche le radici culturali dell’Abruzzo contadino e preindustriale, creando un linguaggio ricco di influenze dialettali che rendono le sue storie uniche e profondamente radicate nel suo territorio d’origine.
Una voce autentica e riconoscibile
Donatella Di Pietrantonio è una scrittrice che ha saputo conquistare il pubblico e la critica con la sua voce autentica e riconoscibile. La sua scrittura è caratterizzata da una profonda introspezione e da una sensibilità particolare nel tratteggiare i personaggi e le loro vicende. I suoi romanzi, spesso incentrati su temi come il lutto, la perdita e i legami familiari, offrono uno sguardo penetrante sulle dinamiche umane e sulla complessità dei rapporti interpersonali.
Il profondo legame con le radici e l’Abruzzo
Uno degli aspetti più affascinanti della scrittura di Di Pietrantonio è il suo legame profondo con le radici abruzzesi. L’autrice riesce a evocare con grande maestria l’atmosfera e i paesaggi della sua terra natale, creando un affresco vivace e realistico della vita in Abruzzo. Questa vicinanza alle origini è evidente non solo nelle descrizioni dettagliate dei luoghi, ma anche nella lingua utilizzata, che spesso ricalca il dialetto abruzzese, arricchendo il testo di una musicalità unica e di un sapore autentico.