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La missione non è ancora compiuta, ma una svolta c’è ed è anche importante: il rito del caffè espresso è ufficialmente candidato a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco. Premiato, dunque, lo sforzo del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, in collaborazione con importanti realtà italiane che, da sempre, promuovono il caffè espresso al di là del semplice valore alimentare.
Patrimonio dell’Umanità Unesco, candidatura per il caffè espresso: la gioia del Gambrinus di Napoli
La notizia ha prevedibilmente suscitato grande entusiasmo fra i promotori della candidatura, tra cui lo storico Caffè Gambrinus di Napoli. “Siamo stati fra i primi, assieme alla Regione Campania, a promuovere questa candidatura e siamo molto soddisfatti – ha commentato Massimiliano Rosati, uno dei proprietari del celebre locale di via Chiaia -. Il caffè è un rito, è una buona occasione per stare in compagnia”.
“Il caffè a Napoli è un sentimento, è condivisione – ha poi aggiunto Rosati -. Allo stesso modo anche nel resto d’Italia è motivo di unione. L’idea della candidatura? Il nostro intento è sempre stato quello di dare ulteriore dignità a un prodotto da sempre riconosciuto come uno dei migliori al mondo“.
“Nord e Sud uniti per un obiettivo condiviso”
“C’è stata, fondamentalmente, l’unione di due candidature, una avanzata da realtà del Nord una dal Sud – ha spiegato ancora il co-proprietario del Gambrinus -. Gli attori principali di quest’ultima sono stati il nostro locale e la Regione Campania. Ma voglio cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro i quali hanno collaborato fin dall’inizio per ottenere questo primo risultato. Unificare le candidature è stato uno sforzo importante“.
“Il caffè è una magia che si condivide – ha poi detto Rosati in chiusura di intervento ai nostri microfoni -. Il rito ci accompagna per tutto il corso della nostra vita, in momenti belli o brutti. Facciamo il caffè, ad esempio, per festeggiare la nascita di un figlio, lo facciamo per ricordare una persona cara che non c’è più. In ogni circostanza, insomma, fa parte della nostra vita”.