Da lunedì 1° marzo retrocederanno in zona arancione Lombardia, Piemonte e Marche. Restano in fascia intermedia Emilia Romagna, Abruzzo, Campania, insieme a Toscana, Umbria e Provincia Autonoma di Trento. Rimangono in fascia gialla Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto. Sale al ‘primo posto’ della zona cromatica la Liguria. Zona rossa per Basilicata (che era gialla) e Molise (da arancione); quest’ultima su espressa richiesta del Presidente della Regione. Sempre lockdown duro nella Provincia Autonoma di Bolzano. Nessuna entità territoriale è in zona bianca. L’indice Rt nazionale è stabile a 0,99. Stesso valore della settimana scorsa, sempre vicino alla soglia limite di 1. Il range stimato è 0,93-1,03, con il margine superiore che rimane dunque superiore a 1, come sette giorni fa.
Pesa sempre di più l’effetto delle varianti per la decisione sulla zona arancione
Rimane delicato, quindi, lo scenario dell’epidemia sul piano nazionale, sul quale molto probabilmente pesa sempre di più l’effetto delle varianti, delineato dalla Cabina di regia riunita come di consueto per valutare l’evoluzione del contagio sulla base dei dati aggiornati alla settimana compresa tra il 15 e il 21 febbraio. Aumenta dunque il numero delle regioni in zona arancione; si annunciano nuove restrizioni e anche in Italia come nel resto d’Europa cresce la pressione sugli ospedali. Quest’ultima situazione segnalata dal Centro Europeo delle malattie nel suo ultimo aggiornamento. In circa un terzo dei Paesi dell’Unione europea si sta osservando un aumento dei ricoveri in ospedale o nei reparti di terapia intensiva.
In Italia, come risulta dai dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali aggiornati al 25 febbraio, in cinque regioni e in due Province Autonome i ricoveri di pazienti affetti da Covid nei reparti di terapia intensiva superano la soglia del 30% e complessivamente cresce il numero delle regioni in cui la percentuale si avvicina al limite. Questi i dati. Abruzzo (38%), Basilicata (6%), Calabria (11%), Campania (21%), Emilia Romagna (27%), Friuli Venezia Giulia (32%), Lazio (24%), Liguria (24%), Lombardia (29%), Marche (36%), Molise (38%), Provincia Autonoma di Bolzano (34%), Provincia Autonoma di Trento (40%), Piemonte (26%), Puglia (29%), Sardegna (11%), Sicilia (16%), Toscana (28%), Umbria (55%), Valle D’Aosta (5%), Veneto (11%).