I proiettili con i quali l’allora assessore alla sicurezza di Voghera Massimo Adriatici (Lega) ha ucciso il 39enne Youns El Boussettaoui, la sera del 21 luglio 2021, sarebbero di tipo vietato dalla legge. Persino in guerra. Debora Piazza e Marco Romagnoli, gli avvocati della famiglia della vittima, lo sostengono in una memoria depositata per opporsi alla richiesta di revoca degli arresti domiciliari avanzata dalla difesa di Adriatici. Il quale, nel frattempo, rimane ristretto in casa perché la richiesta è stata ritirata.
I proietti del tipo ‘dum dum’
In particolare, secondo la perizia balistica ordinata dai legali degli El Boussettaoui, i proiettili caricati nella pistola dell’assessore erano di tipo ‘hollow point’. Noti anche come ‘dum dum’, hanno una cavità sulla punta che servirebbe ad ‘aprire’ il proiettile stesso quando impatta contro l’obiettivo. Creando più danni di un proiettile normale. Si tratta di proiettili fuorilegge in Italia dal 1992 ed equiparati ad armi da guerra in forza di una sentenza della Cassazione del 2008. Di quel tipo sarebbero sia i sette proiettili ancora nel caricatore sia quello estratto dalla salma della vittima.
L’ex assessore di Voghera è accusato di eccesso colposo di legittima difesa
Adesso, per la conferma definitiva, si attende anche l’esito sulla pistola dei Ris di Parma. Se così fosse l’assessore “sceriffo”, così chiamato da tanti cittadini di Voghera proprio perché era solito girare con la pistola, dovrà chiarire anche questo punto. E la sua posizione potrebbe aggravarsi dal momento che questi proiettili sono illegali.
Adriatri risponde di eccesso colposo di legittima difesa. Il politico ha raccontato di essere caduto durante una colluttazione con El Boussettaoui, che aveva invitato ad allontanarsi perché avrebbe disturbato alcuni passanti, e che il colpo fosse partito accidentalmente durante la caduta. Un video diffuso successivamente mostra l’assessore mentre riceve un pugno e poi si rialza per inseguire il trentanovenne.