Vittorio Cecchi Gori è ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Gemelli per “insufficienza respiratoria”. A dare la notizia è stato, in diretta su Rai ospite di “Storie Italiane”, Angelo Perrone, press agent e amico di Rita Rusic: “Vittorio era entrato lunedì al Gemelli per controlli previsti e legati a una saturazione bassa, poi ieri ha avuto una crisi respiratoria ed è stato trasferito in terapia intensiva, per insufficienza respiratoria”. A gennaio del 2022 il produttore televisivo era stato ricoverato sempre al policlinico Gemelli di Roma per complicanze polmonari dovute al Covid.
Chi è Vittorio Cecchi Gori
L’imprenditore è nato a Firenze il 27 aprile 1942 ed è figlio del noto produttore cinematografico Mario Cecchi Gori, scomparso a Roma il 5 novembre 1993. Nel corso della sua carriera ha prodotto moltissimi film di successo, alcuni insieme al padre. È stato spesso al centro del gossip per le sue frequentazioni amorose con donne quasi sempre molto più giovani di lui. Una delle prime relazioni è stata quella con l’attrice Maria Grazia Buccella. Naturalmente, un’altra storia molto importante è stata quella con la ex moglie Rita Rusic, anche lei attrice e produttrice. La loro relazione è stata molto lunga, i due sono stati sposati dal 1983 al 2000. Dal loro amore sono nati due figli: Mario e Vittoria. Senza dimenticare la showgirl Valeria Marini. I due si sono incontrati per una prima cena a Palazzo Borghese e sembra che in quell’occasione lui la fece attendere perché stava facendo la manicure. Cecchi Gori e la Marini sono stati insieme cinque anni. Qualche anno fa, nel 2021, l’imprenditore è stato nuovamente al centro del gossip per la relazione con una ragazza di 32 anni.
Il cinema: da “Il postino” a “La vita è bella”
Uno dei film più famosi, prodotto insieme al padre e a Gaetano Daniele, è “Il postino” e gli valse la candidatura all’Oscar al miglior film nel 1996. Tra gli altri riconoscimenti ottenuti in carriera figurano tre David di Donatello su sette candidature. Quando morì il padre nel 1993, Vittorio ha allargato la propria sfera di attività, aspirando a rompere il duopolio televisivo italiano. Nel biennio 1994-1995 ha acquistato le reti televisive Videomusic – diventata poi TMC 2 tra il 1996 e il 1997 e Telemontecarlo (diventata l’attuale La7 nel 2001) – ed è entrato nell’azionariato di Telepiù. Continuando con successo l’attività di produttore cinematografico. Indimenticabile “La vita è bella” che ha vinto tre Oscar: quello alla migliore colonna sonora, quello al miglior film straniero e quello al miglior attore protagonista Roberto Benigni (anche regista del film). A inizio anni 2000 il declino: per alcune difficoltà economiche è stato costretto a vendere molti asset, mantenendo però la proprietà di numerose sale cinematografiche nelle più grandi città italiane.
Il calcio: il tribolato rapporto con la Fiorentina
Non solo il cinema o la tv. La famiglia Cecchi Gori è stata molto attiva anche nel mondo del calcio. Dal 1993, sempre dopo la morte del padre, fino al 2002 Vittorio è stato presidente della Fiorentina. Club con il quale ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana nel 1996 e un’altra Coppa Italia nel 2001. Ma tra il 2001 e il 2002 è rimasto coinvolto in gravi crisi finanziarie, che hanno provocato anche il fallimento della Fiorentina.
Il suo ruolo in politica negli anni ’90
Infine, il mondo politico. L’imprenditore è stato eletto senatore nel Partito Popolare Italiano dal 1994 al 1996. Nel momento del voto di fiducia al primo governo Berlusconi, si è assentato dall’aula favorendo così l’insediamento del nuovo presidente del Consiglio. Cinque anni dopo, correva l’anno 2001, si è candidato con L’Ulivo nel collegio di Acireale, raccogliendo soltanto il 33% dei voti, finendo poi indagato per voto di scambio con l’ipotesi di aver pagato i tifosi dell’Acireale, all’epoca squadra che militava in C2. Nelle elezioni del 2006, inoltre, con l’intenzione di candidarsi nella circoscrizione Lazio 1, è capolista alla Camera con il Movimento per l’Autonomia, alleato con la Lega Nord, ma non viene eletto. Quasi nove anni fa, nel luglio 2015 gli è stato revocato il vitalizio insieme a 10 ex deputati ed altri sette ex senatori. E dal 29 febbraio 2020 l’imprenditore sta scontando una pena per bancarotta fraudolenta in regime di detenzione domiciliare dopo la condanna in via definitiva dalla Cassazione per il crac della casa di produzione Safin.