Viareggio, cosa rischia la donna accusata di aver investito e ucciso l’uomo che l’ha derubata?

L’imprenditrice 65enne Cinzia Dal Pino avrebbe travolto Said Malkoun con la sua vettura dopo essere stata minacciata e derubata da quest’ultimo

Sta facendo molto discutere quanto avvenuto a Viareggio, dove l’imprenditrice 65enne Cinzia Dal Pino è stata accusata di aver volontariamente investito e ucciso un uomo che, secondo quanto dichiarato dalla donna, le avrebbe rubato la borsa dopo averla minacciata con un coltello. Il fatto è avvenuto nella notte tra l’8 e il 9 settembre, come dimostrato dalle immagini di una telecamera posizionata in corrispondenza del luogo nel quale è avvenuto l’investimento.

Nel corso dell’udienza di convalida svolta nella mattina di oggi, mercoledì 11 settembre, nel carcere Don Bosco di Pisa, il gip non ha convalidato il fermo di Dal Pino e ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. La donna dovrà indossare un braccialetto elettronico.

La ricostruzione dei fatti

All’inizio della registrazione della videocamera, che dura circa un minuto e 20 secondi, si vede la vittima, il 47enne algerino Said Malkoun, intenta a camminare lungo il marciapiede. Pochi istanti dopo, una macchina sterza verso di lui e lo schiaccia contro la vetrina di un negozio in via Coppini, per poi fare retromarcia ed investirlo più volte. Si vede poi Dal Pino scendere dal veicolo per recuperare la borsa che le era stata sottratta, prima di salire di nuovo in auto e andarsene via, lasciando Malkoun a terra agonizzante e a un passo dalla morte.

Nonostante l’intervento di alcuni passanti, che hanno provato a soccorrerlo, l’uomo è morto poco dopo in ospedale. La polizia ha usato il numero di targa per risalire a Dal Pino, che ora dovrà rispondere in tribunale dell’accusa di omicidio volontario. Le autorità hanno provato a setacciare l’area nella quale è avvenuto il delitto per cercare il coltello che Malkoun avrebbe usato per minacciare l’imprenditrice, senza però riuscire a rintracciarlo. Dal Pino ha raccontato di aver subito il furto della borsa quando la vittima ha aperto la portiera dell’automobile sulla quale lei era appena salita.

Cosa rischia l’imprenditrice di Viareggio?

Come spiegato a Fanpage dal giudice Valerio de Gioia, consigliere della Corte d’Appello di Roma, la pena minima prevista per l’omicidio volontario è 21 anni. Per quanto riguarda l’ipotesi della legittima difesa, sembrerebbero mancare del tutto i presupposti per prenderla in considerazione. “Questa prevede che si possa agire in maniera violenta a una violenza, ma soltanto nell’immediatezza”, sottolinea de Gioia. Le informazioni finora raccolte sul caso di Viareggio indicano che l’investimento è avvenuto quando “la rapina che avrebbe potuto giustificare la reazione era finita da tempo”. Il giudice aggiunge che la legittima difesa dev’essere sempre proporzionata alla violenza subita e al bene protetto. Nel caso di Viareggio questo fattore è del tutto assente, perché tra il furto di una borsa e un probabile omicidio volontario c’è un abisso.

Le reazioni a quanto avvenuto a Viareggio

Parlando degli eventi di Viareggio, Andrea Crippa, il vicesegretario della Lega, ha dichiarato che “la magistratura deve assolutamente tener conto del contesto, della situazione molto particolare e della paura che certamente questa signora aveva in quel momento. Tutte attenuanti che vanno ben tenute presenti”.

Per Deborah Bergamini, deputata e vicesegretaria nazionale di Forza Italia, “la giustizia deve fare il suo corso, accertando compiutamente le dinamiche”. Ha aggiunto che le immagini dell’accaduto, per quanto sfocate, sono sconcertanti. “Ma, in quanto eletti nelle istituzioni, non possiamo ignorare che, quando un cittadino vede come unica reazione a un reato subito il compimento di un gesto violento, che sia estremo come quello in questione o meno, è una sconfitta per tutti: Stato, enti locali, collettività”, ha poi osservato.

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