Svolta green in Francia. Nel Paese è entrato ufficialmente in vigore il divieto di effettuare voli nazionali brevi in caso di un’alternativa in treno inferiore alle due ore e mezza. Festeggia Emmanuel Macron, che su Twitter ha scritto: “Vietare le compagnie aeree se c’è un’alternativa a meno di 2,5 ore di treno. Mi sono impegnato a farlo. Siamo i primi a farlo”. Il divieto è previsto dalla ‘Legge sul clima e la resilienza del 22 agosto 2021’, ed è già applicato su alcuni collegamenti, tra i quali l’aeroporto di Parigi-Orly e le città di Nantes, Bordeaux e Lione. Tuttavia, a causa di un reclamo di una parte dell’industria aerea, che riteneva la decisione non solo inadatta alla lotta contro il cambiamento climatico, ma anche contraria al principio della libera prestazione, questo era stato momentaneamente sospeso per permettere alla Commissione europea di condurre un’indagine approfondita.
Cosa prevede il decreto
Le condizioni per l’applicazioni del divieto sono spiegate nello stesso decreto pubblicato nella mattina di mercoledì 24 maggio sulla Gazzetta Ufficiale. Anzitutto, specifica che il treno sostitutivo deve servire le città interessate senza alcuna modifica. “Le frequenze devono essere sufficienti e gli orari adeguati, tenendo conto delle esigenze di trasporto dei passeggeri che utilizzano questo collegamento, in particolare in termini di connettività e intermodali, nonché degli spostamenti di traffico che sarebbero causati dal divieto. Infine, il percorso deve consentire più di otto ore di presenza in loco durante il giorno, tutto l’anno”, si legge.
Per fare un esempio, nel caso di Roissy-Charles-de-Gaulle, viene tenuto in considerazione il fatto che l’aeroporto sia servito dalla stazione ad alta velocità. Le tratte interessate, in conclusione, sono la Parigi-Orly-Nantes, la Orly-Lione e la Orly-Bordeaux.
Alcune dichiarazioni
La Francia si mostra avanti rispetto a tanti Paesi in ambito green, approvando una legge all’avanguardia. Tuttavia, questa non è una vera e propria ‘novità’: infatti, già nel maggio 2020, ossia all’epoca della crisi di Covid, il governo aveva costretto la compagnia nazionale Air France a rinunciare alle rotte in questione in cambio di un sostegno finanziario. Perciò, il decreto ratifica una situazione già esistente, e vieta ai concorrenti di intervenire. C’è tuttavia un aspetto che ha portato Christine Arrighi, deputata ecologista della Haute-Garonne, a protestare rispetto alla legge.
Il decreto, infatti, non viene applicato ai voli in coincidenza. “Cambiamo aeroporto, invece di partire da Orly partiamo da Roissy, e siccome partiamo da Roissy tutto è permesso (…) Questo decreto svuota completamente il significato della legge sul clima e la resilienza su questo tema“, ha dichiarato a proposito.