Tagliato il traguardo delle cinquecentomila firme, prosegue la battaglia per la legalizzazione dell’eutanasia, destando la preoccupazione della Conferenza Episcopale Italiana. Dopo essersi riunita ieri pomeriggio in una sessione straordinaria, la Cei ha espresso “grave inquietudine“, in vista del referendum sul fine vita.
I vescovi contro il referendum per l’eutanasia
“Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita”, si legge in una nota. “Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano. La vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista, in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali“. Questa la posizione ferma dei vescovi in merito a una delle questioni da sempre più dibattute.
“Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire“, precisa la presidenza. Ma il magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, “la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire“. E come tale, “nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta”.
Cei: “L’eutanasia è un crimine contro la vita umana”
Dopo dibattiti accesi, la Cei ribadisce la sua posizione, già espressa lo scorso anno, in occasione della Congregazione vaticana per la Dottrina della fede. “Coloro che approvano leggi sull’eutanasia e il suicidio assistito si rendono complici del grave peccato che altri eseguiranno“, si legge nella Lettera Samaritanus bonus del 2020. “Costoro sono altresì colpevoli di scandalo perché tali leggi contribuiscono a deformare la coscienza, anche dei fedeli“, prosegue la lettera, condannando apertamente l’eutanasia.
“La Chiesa ritiene di dover ribadire come insegnamento definitivo che l’eutanasia è un crimine contro la vita umana“, si legge. Così, la posizione dei vescovi non è cambiata: “Con tale atto, l’uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente“.
Referendum eutanasia: il quesito
Protagonista della battaglia per la legalizzazione dell’eutanasia è l’abrogazione dell’articolo 579 del codice penale, che punisce l’omicidio per consenziente e vieta l’eutanasia “attiva” sul modello belga e olandese, quindi la somministrazione diretta di un farmaco letale al paziente che ne fa richiesta e soddisfa determinati requisiti. Il quesito referendario lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto.