Valditara annuncia l’ingresso nelle scuole medie del “docente tutor”, ecco di cosa si occuperà

Una figura che accompagni lo studente e le famiglie verso le superiori: dalla retribuzione alla formazione, tutto quello che c’è da sapere

Dal prossimo anno scolastico la figura del docente tutor, una delle novità introdotte nell’ambito della riforma dell’orientamento prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , verrà estesa anche alle scuole secondarie di primo grado. Una decisione annunciata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Obiettivi e contesto della riforma

La riforma dell’orientamento è una delle iniziative chiave promosse dal governo per migliorare la preparazione degli studenti e allineare il sistema scolastico alle esigenze del mercato del lavoro. In un contesto in cui, secondo le ultime stime, circa il 50% dei diplomati non possiede competenze adeguate alle richieste professionali, il progetto di orientamento scolastico assume un’importanza strategica per ridurre il divario tra formazione e occupazione.

Secondo Valditara, l’istituzione della figura del tutor rappresenta “un passo fondamentale per garantire che ogni giovane possa sviluppare le proprie abilità e competenze”. Tale figura si inserisce in un quadro più ampio che punta a contrastare l’abbandono scolastico, fenomeno ancora rilevante in alcune aree del paese.

Cosa cambia per gli studenti

L’estensione del docente tutor anche alle scuole medie risponde alla necessità di fornire un sostegno formativo già dalla preadolescenza. Spesso, infatti, è proprio in questa fase della crescita che si pongono le basi per le scelte future. In particolare, nell’ultimo anno delle scuole medie, gli studenti devono orientarsi verso il percorso di studi superiori, decisione che può influenzare profondamente il loro futuro accademico e lavorativo.

Classe scuola
Classe scuola | pixabay @WOKANDAPIX Newsby.it

Il tutor diventa quindi una figura di riferimento non solo per lo studente ma anche per le famiglie, che potranno avvalersi di un supporto qualificato nella scelta della scuola superiore o di eventuali percorsi formativi alternativi. Tra i compiti principali del tutor vi è l’affiancamento degli studenti nella compilazione dell’e-portfolio, un documento che raccoglie le principali esperienze scolastiche e formative, fornendo una base solida su cui costruire il percorso futuro. L’e-portfolio rappresenta uno strumento per avvicinare scuola e mondo del lavoro, rendendo la formazione scolastica più aderente alle necessità del mercato professionale.

Le retribuzioni

Dal punto di vista retributivo, i docenti orientatori riceveranno un compenso che varia tra i 1.500 e i 2.000 euro, mentre i tutor, a seconda del numero di studenti seguiti, potranno percepire un importo tra i 2.850 e i 4.750 euro. La retribuzione dei tutor è legata anche al numero di studenti assistiti, con un minimo di 30 fino a un massimo di 50 alunni per ciascun tutor.

Formazione dei tutor e autonomia delle scuole

Per diventare tutor, gli insegnanti devono seguire una formazione specifica di 20 ore, che rappresenta un requisito essenziale per svolgere il ruolo. Questa formazione permette loro di acquisire competenze specifiche in ambito di orientamento e supporto, rendendoli figure professionali qualificate e pronte a rispondere alle esigenze degli studenti.

Le scuole, pur seguendo le direttive nazionali, mantengono una certa autonomia nell’organizzazione dell’intervento dei tutor. Tale autonomia permette a ciascun istituto di adattare il progetto alle proprie specificità e ai bisogni degli studenti. Le attività svolte dai tutor sono monitorate dalle scuole stesse, che documentano il lavoro e collegano parte della retribuzione al completamento dei compiti assegnati. Questo approccio assicura trasparenza e un impiego efficace delle risorse, garantendo che gli interventi siano effettivamente mirati e utili per gli studenti.

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