I vaccini di Pfizer e Moderna non sono legati a dei casi di trombosi rare. Questa rassicurazione, arrivata a poche ore di distanza dallo stop precauzionale negli Usa del vaccino di Johnson & Johnson, è stata fornita dalla Food and Drug Administration (Fda). “Finora sono state somministrate oltre 180 milioni di dosi” dei due vaccini anti Covid. “Non sono stati registrati casi” di trombosi rare “associate con trombocitopenia”. Questo fenomeno si è registrato, invece, in alcune persone (nell’ordine di qualche unità per milione) vaccinate con Johnson & Johnson negli Usa e con AstraZeneca in Europa. Lo ha spiegato Peter Marks, il direttore del centro per la ricerca e la valutazione biologia dell’Fda nel corso di un briefing.
Le rassicurazioni di Moderna
Prima della comunicazione della Fda, Moderna aveva già diffuso una nota per rassicurare sul suo vaccino anti-Covid. “Dopo una verifica su dati di 64,5 milioni di dosi somministrate a livello globale di vaccino mRna-1273 non è emersa nessuna associazione con casi di trombosi cerebrali dei seni venosi o eventi trombotici“. Lo ha spiegato la casa farmaceutica. Su Twitter, Moderna ha poi aggiunto che “una valutazione completa della totalità dei dati di sicurezza disponibili per il mRNA-1273 dopo oltre 64,5 milioni di dosi somministrate a livello globale non suggerisce un’associazione con trombosi del seno venoso cerebrale (CVST) o eventi trombotici”. Le analisi si basano sui dati disponibili fino al 22 marzo.
Lo stop del vaccino di Johnson & Johnson
La richiesta della Fda di sospendere la somministrazione del vaccino di Johnson & Johnson è legata alle presunte reazioni avverse che si sono verificate in sei donne di età compresa tra i 18 e i 48 anni nelle due settimane successive all’inoculazione del vaccino. Ognuna di loro ha sviluppato una rara malattia legata ai coaguli di sangue. Una delle sei donne è morta, mentre un’altra è in condizioni critiche.