Vaccinazione in azienda, come funziona? Quel che bisogna sapere

La campagna vaccinale corre sempre più forte. Nello stesso giorno in cui sono “caduti” i limiti di età per la prenotazione del vaccino, le aziende hanno iniziato ad avviare le somministrazioni sul luogo di lavoro (seguendo le fasce di priorità individuate dall’Inail) in 212 centri. Per i dipendenti si tratta di un canale parallelo alle modalità “tradizionali”, che comunque restano sempre un’opzione valida per tutti. Scopriamo assieme come funzionano le vaccinazioni nelle aziende.

In che modo si attiva la vaccinazione in azienda?

Le aziende interessate a effettuare i vaccini direttamente sul posto di lavoro devono seguire un’apposita procedura per partecipare all’iniziativa. In primo luogo devono assicurarsi che nel territorio in cui hanno sede sia presente un’azienda sanitaria in grado di fornire le dosi necessarie. È poi essenziale mettere al corrente i dipendenti della decisione e dare loro informazioni precise sulla tipologia di vaccino che sarà somministrato. I lavoratori che vogliono approfittare di questa possibilità devono comunicare la propria adesione al medico di base incaricato e non al datore di lavoro. È il medico, infatti, il titolare del trattamento dei dati sanitari. Il datore di lavoro non può in alcun modo raccogliere le adesioni dei dipendenti.

L’individuazione degli appositi spazi

L’azienda deve poi trovare i locali in cui effettuare la campagna vaccinale. Non ci sono grossi limiti sotto questo punto di vista: il luogo preposto alla vaccinazione può essere sia interno che esterno all’azienda. In alternativa, è possibile usare a questo scopo delle unità mobili o avvalersi di strutture private convenzionate o di quelle dell’Inail. L’azienda deve però mettere a disposizione tutti gli spazi necessari per l’accettazione, la somministrazione del vaccino e l’osservazione del paziente che ha ricevuto la dose. Non deve mancare, inoltre, un’infermeria dotata di kit di emergenza, farmaci di supporto e attrezzature mediche di qualità. I datori di lavoro sono anche chiamati a garantire che l’intero processo di conservazione e somministrazione dei vaccini avvenga in modo sicuro.

Chi può ricevere il vaccino in azienda?

Tutti i dipendenti dell’azienda possono ricevere il vaccino sul luogo di lavoro, a prescindere dalla tipologia di contratto. Il tutto avviene su base volontaria. L’Inail ha scelto di dare la priorità maggiormente a rischio, come indicato con chiarezza nel piano stilato nelle scorse settimane. Le fasce sono state individuate tramite quattro criteri: esposizione, aggregazione e prossimità; evidenze scientifiche del rischio di contagio nell’ambiente lavorativo; focolai nei contesti produttivi; numero di denunce per infortuni da coronavirus presentate e registrate dall’Inail fino allo scorso 31 marzo.

Quali spese devono sostenere le aziende?

Sono a carico del datore di lavoro tutti i costi legati alla gestione della somministrazione dei vaccini anti Covid in azienda. Alcune spese, tuttavia, ricadono sui servizi sanitari regionali: si tratta di quelle legate alla fornitura delle dosi e alla loro somministrazione. Nel documento stilato dall’Inail si legge che “tutti gli oneri sono a carico del datore di lavoro o delle Associazioni di categoria di riferimento, a eccezione degli aghi, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe/aghi), della messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione dell’attività vaccinale”. Il tempo necessario per la somministrazione del vaccino viene equiparato all’orario di lavoro, nel caso in cui la somministrazione dovesse avvenire durante il turno. Eventuali assenze nei giorni successive alla vaccinazione sono considerate come malattia.

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