Anche nel 2021, le località marittime si riconfermano la meta preferita dagli italiani per le vacanze. È quanto emerge dall’ultima indagine condotta da Federalberghi, secondo la quale ben il 75% della popolazione ha trascorso o trascorrerà un periodo di relax in spiaggia (un leggero calo rispetto al 77% dello scorso anno). Tra un bagno e l’altro, non mancano attività come le passeggiate e le escursioni. Mentre le cene al ristorante restano irrinunciabili, le serate in discoteca diventano quasi un “tabù” a causa della paura dei contagi.
Complessivamente, Federalberghi riporta che il 54,5% della popolazione (pari a 32,5 milioni di persone) ha già fatto una vacanza o la farà prima entro la fine dell’estate. Si tratta di un numero senz’altro maggiore rispetto all’estate del 2020, ma comunque minore di quello registrato nel 2019, quando gli italiani in vacanza furono 34,6 milioni.
Oltre al mare, anche la montagna resta una meta ambita (dal 9,7% della popolazione). La ripresa è meno evidente nelle città d’arte e nelle altre località che costituiscono la meta tradizionale dei turisti stranieri. Lo dimostra il fatto che nei primi mesi del 2021 a Venezia, Roma e Firenze il tasso di occupazione delle camere è crollato di oltre il 70% rispetto al 2019.
Bernabò Bocca (Federalberghi): “La paura dei contagi è scesa”
Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi, sottolinea che la ripartenza del movimento turistico degli italiani è “un passaggio essenziale che ci dà la misura di quanto sia stata significativa la campagna vaccinale messa in atto dal nostro Governo in modo radicale. Con la percentuale sempre crescente di vaccinati, la paura di nuovi contagi sembra infatti diminuire rispetto allo scorso anno, malgrado il manifestarsi di nuove varianti. Le ultime norme sul Green Pass hanno tuttavia generato qualche incertezza che potrebbe ripercuotersi sull’andamento della stagione in corso. A fronte di queste impreviste restrizioni che prevedrebbero il controllo della certificazione verde nei ristoranti interni all’hotel anche per gli alloggiati, si teme che vi possano essere cancellazioni. Ricordiamo che gli albergatori hanno già posto in essere con la clientela contratti di mezze pensioni che nessuno vorrebbe assolutamente disattendere”.
Vacanze più lunghe, ma non per tutti
Rispetto al 2020, la durata media della vacanza principale degli italiani è passata da 9 notti a 10, per una spesa pro capite di 876 euro (l’anno scorso erano 673). “Gli italiani stanno tornando a ragionare per sé e per la propria famiglia in termini di vacanze più lunghe. La maggior parte di coloro che si negheranno una vacanza invece, lo farà principalmente per motivi economici. Questo è un dato che non avremmo mai voluto rilevare”, spiega Bocca.
Aumenta il giro d’affari
L’indagine di Federalberghi indica che ciò che verrà prodotto in termini di giro d’affari toccherà i 22,7 miliardi di euro. Senz’altro un passo avanti rispetto ai 14,3 miliardi dello scarso anno (per un aumento di circa il 58,7%). Di questi, però, solo il 21,4% è destinato a essere speso per il pernottamento. Le imprese ricettive, dunque, riceveranno meno di cinque miliardi. “In tempi normali canteremmo vittoria, ma sfortunatamente troppe ferite sono ancora aperte nel nostro reparto. Abbiamo pagato più di altri le conseguenze dovute al dramma della pandemia: non possiamo dimenticare che nei primi sei mesi dell’anno nel settore ricettivo sono già andati persi 6,7 miliardi di euro in termini di fatturato”, conclude Bocca.