Continuano le iniziative benefiche organizzate in tutta Italia per aiutare la popolazione dell’Ucraina, falcidiata dalla guerra. E se da Roma la Croce Rossa italiana continua a raccogliere beni da spedire nel Paese attaccato dalla Russia, anche ONG abituate a lavorare nel Mediterraneo hanno ora spostato il proprio raggio d’azione sul luogo del conflitto.
Come la Croce Rossa sta aiutando l’Ucraina
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L’appello della Croce Rossa italiana è quello di fare donazioni, perché in Ucraina “in questo momento manca tutto, ma soprattutto il cibo. Stiamo trasportando in particolare proprio cibo, perché ci è stato chiesto dalla nostra consorella sul posto. Poi procuriamo barelle, lettini e altri beni di prima necessità“. Lo ha detto il responsabile delle operazioni, emergenze e soccorso della Croce Rossa, Ignazio Schintu, al Centro operativo nazionale emergenze di via del Trullo a Roma.
Da qui stanno partendo per altri due tir carichi di cibo e beni di prima necessità. “Le persone ci chiedono di poterli donare. Ma noi sottolineiamo l’importanza di fare donazioni, in modo da poter consegnare ciò che davvero è necessario per la popolazione. Ormai da circa venti giorni stiamo trasportando materiali, facendolo in maniera mirata. Perché raccogliamo solo beni richiesti direttamente dalla Croce Rossa ucraina. Quindi questi beni arrivano sicuramente alle vittime del conflitto“, ha spiegato Schintu.
La missione di Mediterranea e il sostegno del Comune
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È invece partita da Bologna la missione umanitaria di Mediterranea, la ONG con sede nel capoluogo emiliano nota soprattutto per i salvataggi dei migranti in mare. Sei van e tre pullman carichi di ogni bene di prima necessità arriveranno oggi a Medyka, al confine tra Polonia e Ucraina. Nel corso del viaggio di ritorno il convoglio porterà in Italia delle famiglie di rifugiati.
Oltre alla Presidente della ONG, Vanessa Guidi, ad accompagnare la partenza dei mezzi di Mediterranea c’erano anche l’assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, e la vice sindaca Emily Clancy. “Sostenere questa missione è un segnale importante per il Comune – ha dichiarato quest’ultima –. Era naturale costruire una carovana con l’Ucraina, per cercare di portare lì beni di prima necessità e di riportare sul nostro territorio persone. Stando peraltro attenti a mantenere un’ottica attivamente antirazzista“.