Ucraina, manifestazioni a Milano e Roma: “Putin terrorista”

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Circa una trentina di ucraini si sono ritrovati davanti al consolato russo a Milano per protestare contro l’offensiva militare della Russia in Ucraina. “Un appello all’Unione europea per una risposta concreta e non solo a parole” dicono i manifestanti. “Non è una situazione semplice, è scoppiata la guerra. Bisogna prendere una posizione ed evitare false risposte di facciata“.

Non appena ho visto la notizia, ho scritto subito ai miei amici e ai miei genitori, che si trovano ancora in Ucraina“, racconta una ragazza. “Dopo le parole di stamattina di Putin, ho deciso di fare tutto quello che posso per la mia patria. Mi trovo qui per supportare il mio popolo. Spero che riusciremo a salvare l’Ucraina“, ha aggiunto.

Vogliamo chiarire che Putin ha invaso l’Ucraina nel 2014. Questa guerra non è nuova, ma ora sta subendo un’escalation molto forte. L’Europa non può stare a guardare. Le sanzioni non possono bastare. Putin andava fermato all’inizio, quando ha attaccato la Georgia“.

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Ucraina, tensione davanti al consolato russo a Milano

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Durante la protesta non sono mancati dei momenti di tensione. “Stronza, non capisci che i nostri figli stanno morendo?” hanno urlato nella loro lingua i manifestanti verso una donna russa appena uscita dall’edificio. Un acceso diverbio che è stato sedato solo dall’intervento degli agenti della Questura di Milano.

L’inno nazionale ucraino risuona per le vie di Roma

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Manifestazioni in sostegno della popolazione ucraina sono in corso anche a Roma. L’inno nazionale ucraino risuona per le vie della Capitale grazie alle donne e agli uomini che sono scesi in strada per protestare contro la guerra esplosa nel loro Paese. “La comunità ucraina italiana è in piazza per esprimere la propria posizione contro Putin e la Russia che hanno cominciato a bombardare le nostre città senza un valido motivo“, racconta il rappresentante degli ucraini in protesta a Castro Pretorio.

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Bandiere al vento e cori contro Putin hanno accompagnato i manifestanti. “Putin è figlio di Satana. La mia famiglia è lì, questa notte hanno bombardato Kiev“, dice una donna. La rabbia è tanta, ma la speranza che tutto possa finire subito non è ancora tramontata. “Figli nostri che siete ancora in Ucraina, vi siamo vicini“, commenta un’altra manifestante. Tutti sono concordi sul fatto che l’unica alternativa per il futuro del Paese è la Nato. “Si, entrando nella Nato potremmo vivere meglio“, sottolinea un’altra madre.

Anche la comunità bielorussa in piazza nella Capitale

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A Roma sono scesi in piazza al fianco della comunità ucraina italiana anche le donne e gli uomini originari della Bielorussia di Aleksandr Lukashenko. “Siamo qui perché abbiamo paura delle possibili ripercussioni. L’Ucraina potrebbe attaccarci per colpa di Putin“, spiega una donna con in mano un cartello con scritto No guerra” in russo. La loro presenza è stata accolta in modo positivo dagli ucraini, nonostante la posizione del governo bielorusso. “Putin e Lukashenko sono due criminali e andrebbero processati all’Aia“, tuona un’altra manifestante.

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