I carabinieri del raggruppamento Cites hanno recuperato una tartaruga azzannatrice sulle rive del Tevere, nella zona di Monterotondo. La testuggine, di notevoli dimensioni, è stata in seguito affidata a un centro per la detenzione di animali pericolosi autorizzato dal ministero dell’Ambiente. Si ipotizza che sia stata acquistata all’estero e abbandonata una volta cresciuta troppo. Non si tratta, infatti, di un animale docile: è carnivora, ha un peso compreso tra i 5 e i 16 kg e ha i muscoli del collo ben sviluppati. Quest’ultima caratteristica le permette di sferrare dei rapidi morsi a scatto, con movimenti che ricordano quelli di un serpente (non a caso il suo nome scientifico è Chelydra serpentina).
La tartaruga azzannatrice in Italia
In Italia è vietata la vendita e la detenzione delle tartarughe azzannatrici, in quanto sono ritenute pericolose per l’incolumità e la salute pubblica. Ciononostante, nel corso degli anni i carabinieri sono dovuti intervenire più volte per recuperare degli esemplari in libertà. Per esempio, nel 2012 il personale del Nucleo Investigativo del Servizio Cites Centrale ha trovato una tartaruga azzannatrice in una bacinella del parco di Fidene “Peter Pan”. Più recentemente, il 23 agosto 2018 è stato rinvenuto un esemplare lungo quasi 40 centimetri in un piccolo parco pubblico ad Arconate, nel milanese. Pochi mesi dopo, in uno stagno di Villa Pallavicino, a Stresa), è stato recuperato un esemplare di 6 kg.
Le caratteristiche della specie
Assieme alla tartaruga alligatore, l’azzannatrice è una delle tartarughe d’acqua dolce di dimensioni maggiori. Il suo carapace, infatti, può crescere fino a 48 cm, anche se in media si ferma attorno ai 25 cm. Alcuni esemplari, cresciuti in cattività, sono arrivati a pesare fino a 34 kg. Si differenzia dalle specie più comuni per il carapace increspato e una lunga coda. Si nutre prevalentemente di crostacei, pesci, anfibi, piccoli uccelli, mammiferi carogne e piante acquatiche.
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— Arma dei Carabinieri (@_Carabinieri_) May 31, 2020