Le regole della zona rossa hanno avuto un impatto anche sui tradimenti coniugali, che sono diventati molto più difficoltosi. A farne le spese sono gli investigatori privati, messi in ginocchio, come tante altre categorie, dalla situazione attuale. Luciano Tommaso Ponzi, presidente di Federpol, Federazione italiana degli istituti privati per le investigazioni, le informazioni e la sicurezza ha denunciato il problema nel corso di un’intervista all’AdnKronos/Labitalia.
Meno tradimenti e meno assenteismo a lavoro
“Con le regole da seguire nelle aree rosse è difficile tradire il coniuge e assentarsi dal lavoro per motivi di salute”, spiega Ponzi. “Molte aziende, anche con 700 dipendenti, hanno ridotto a zero l’assenteismo“. Chi va dal medico, infatti, è obbligato a fare il tampone. E se risulta positivo bisogna restare a casa 20 giorni, perdendo parte dello stipendio. “Da una parte il Covid ha azzerato la ‘malattia del venerdì’ che poi si agganciava al sabato e alla domenica. Dall’altra, però, è calata vertiginosamente la richiesta delle aziende di effettuare delle verifiche su eventuali false malattie”, aggiunge il presidente di Federpol.
Nessun ristoro per gli investigatori privati
Per quanto riguarda i ristori, Ponzi spiega che non è stato previsto alcun tipo per la categoria di cui fa parte. “Abbiamo un unico codice Ateco (80.30) che racchiude tutti gli ambiti in cui operiamo, ma questo non va bene”. “Per fortuna, alla commissione per la revisione dei codici Ateco è stata presentata la nostra richiesta perché vengano create le sottocategorie che individuano gli effettivi ambiti di operatività, che sono molto differenti l’uno dall’altro e che differenziano l’attività di ogni operatore e i relativi rischi lavorativi. Anche perché, a livello di rischi, ad esempio, per l’Inail è diversa la tutela da dare a un addetto che si occupa di sicurezza, da uno che con l’auto aziendale fa un’osservazione statica o dinamica, a chi invece sta in ufficio a fare una relazione-report”.