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Gli arditi d’Italia tornano a sfilare lungo le strade di Predappio per ricordare la marcia su Roma, 99 anni fa. Il corteo è partito da piazza Sant’Antonio e ha raggiunto il cimitero, dove è sepolto Benito Mussolini. Un lungo tricolore è sfilato per le strade dietro gli associati al movimento degli Arditi d’Italia.
Arditi d’Italia sulla tomba di Mussolini in ricordo della Marcia su Roma
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Il corteo fascista partito dal centro del paese arriva fino alla cripta della famiglia Mussolini nel cimitero di Predappio per commemorare i 99 anni dalla Marcia su Roma. Tra i nostalgici ci sono tricolori, divise militari e motti identitari del fascismo.
Predappio, anniversario della Marcia su Roma: “Oggi la parola fascista è un’offesa”
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Centinaia di persone si sono radunate a Predappio, paese natale di Benito Mussolini. Sono arrivati da tutta Italia per commemorare il novantanovesimo anniversario della Marcia su Roma, che segnò l’inizio del ventennio della dittatura fascista. Mirco Santarelli, presidente della sezione di Ravenna dell’associazione nazionale Arditi d’Italia spiega: “Oggi la parola fascista è un’offesa, viene utilizzata in maniera discriminatoria. Un fascista è uno che crede nella Patria, nel lavoro, nel suo popolo, non è un picchiatore. Noi non riconosciamo la violenza. Noi non rinneghiamo, ma non vogliamo riformare. Oggi è impossibile restaurare un partito fascista. Si può chiedere sicuramente più amore per la Patria, ma nessuno dei partiti ci rappresenta. Ci si accontenta“.
Corteo di nostalgici, la nipote di Mussolini: “Oggi mio nonno sarebbe diverso”
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Alla manifestazione in ricordo dei 99 anni dalla Marcia su Roma a Predappio, c’era anche la nipote di Benito Mussolini, Edda: “Qualsiasi cosa tu faccia, vieni marchiato di fascismo. Ormai è una moda attaccare l’altro in questa maniera. Io questa parola la abolirei. Adesso cosa può mai significare? Il fascismo è legato a un’epoca. Così come mio nonno non tornerà più. E se tornasse, sarebbe un uomo diverso perché è cambiato il mondo, è cambiato tutto. Noi abbiamo avuto anche una bomba nel cimitero la notte di Natale nel 1971. Hanno toccato mia madre, i miei morti“.