Cosa lega i migranti e TikTok? Il tema delle migrazioni è stato, ed è ancora, al centro del dibattito, soprattutto in Italia. L’estate appena conclusasi è stata caratterizzata da moltissimi arrivi, che hanno mandato al collasso Lampedusa. L’isola ha dovuto fare i conti, infatti, con lo sbarco di migliaia di persone provenienti dalle coste africane. La situazione complessa di Lampedusa si è riflessa, per forza di cose, anche sul Governo e, in generale, sull’Europa. Sia Roma sia Bruxelles sono alla ricerca di un nuovo equilibrio per far fronte a quella che è una vera e proprio emergenza. Tornando a noi, però, proviamo a capire quale sia il legame tra il social network e i migranti…
TikTok, l’agenzia viaggi dei migranti
In un mondo ormai completamente votato alla tecnologia, era impensabile che i social non giocassero un ruolo nelle migrazioni. Tra gli strumenti che i migranti portano con sé durante la traversata, il più importante è, infatti, il cellulare, perché permette loro di rimanere in contatto con la famiglia e aggiornarli sulla situazione. Il cellulare e, nello specifico, i social fungono però anche da “agenzia viaggi” per gli scafisti. Sono numerosi i canali TikTok che hanno come scopo quello di fare da “vetrina” per gli scafisti. “Barche buone con motori buoni, direzione Lampedusa, contattami su Whatsapp“, si legge su uno di questi. E sono gli stessi migranti a confermare che, in molti casi, è proprio TikTok uno dei canali utilizzati per entrare in contatto con chi organizza i viaggi verso l’Italia.
Se non si trattasse di un tema così delicato, la situazione farebbe quasi sorridere. I video sono, infatti, delle specie di televendite improvvisate. In molti casi, come sottofondo alle immagini, ci sono delle musiche emozionali. In sovraimpressione scorre il numero da contattare e vengono mostrati i dettagli del viaggio. Le barche utilizzate, i punti di partenza, i prezzi e quanto possa servire ai migranti. Ma, come in una sorta di rudimentale operazione di marketing, ci sono anche i video dei migranti che ce l’hanno fatta che ringraziano gli scafisti dall’Italia.
Come funziona la traversata verso l’Italia?
Le “offerte”, se così si possono chiamare, sono diverse. C’è chi sceglie l’opzione più economica, che prevede la partenza direttamente dalle spiagge tunisine, ma con il rischio di essere fermati già lì dalla Polizia. C’è chi, invece, sceglie l’opzione più costosa. Questa prevede la possibilità di essere rilasciati su un barchino in mare, a circa 50 miglia dalle coste italiane. Ci sono poi, come fosse un normale viaggio, i costi extra che sono dettati dalla possibilità di avere in dotazione vivere e salvagente. In alcuni casi, inoltre, l’acqua viene garantita dagli scafisti, mentre in altri è a pagamento. A pagamento è, invece, sempre il gasolio extra rispetto a quello previsto.
I costi? Stando a quanto raccolto da Il Fatto Quotidiano, si aggirano tra i 2000 e i 3000 dinari tunisini (600-800 €) e il denaro deve essere trasferito prima del viaggio con servizi tipo Moneygram. Tutto come fosse un’agenzia viaggi. L’unica cosa non garantita è l’arrivo in Italia. Ai migranti che chiedono se il viaggio sia pericoloso, gli scafisti rispondono che dipende tutto da Dio…