Terapia domiciliare precoce a tutti: medici e pazienti in piazza a Roma

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Voglio essere/ sono stato curato con la terapia domiciliare precoce‘: Piazza del Popolo a Roma ospita medici, infermieri e pazienti per chiedere al ministro Speranza di far partecipare i medici alla revisione dei protocolli di cura. La manifestazione è stata indetta dal gruppo ‘Terapia Domiciliare Covid-19’, presente in tutta Italia.

Perché la terapia domiciliare: l’appello a Speranza

Il messaggio di questa piazza è un grido a Speranza, affinché i medici dei territori possano partecipare alla revisione dei protocolli di cura. Lo stabilisce anche il Senato nell’approvazione dell’Ordine del Giorno dell’8 aprile. Vedrete tante persone con la maglietta ‘Io sono stato curato con la terapia domiciliare’. Sono tutti guariti grazie alla nostra associazione“, spiega l’avvocato Eric Grimaldi, fondatore del gruppo.

Il gruppo ‘Terapia Domiciliare Covid-19’ vanta ormai più di 425 mila iscritti. Rappresentiamo una buona parte dell’Italia, considerando anche le famiglie – aggiunge Grimaldi –. Abbiamo 44 mila medici di medicina generale, che rappresentano un esercito importante per vincere questa battaglia. Molti di loro sono vaccinati, mandiamoli a casa dei pazienti per curarli a domicilio“.

La polemica con il governo: “Garantire serenità, non creare ansia”

E da Grimaldi arriva anche una polemica nei confronti di alcune dinamiche interne al Governo. “Questa mancanza di dialogo tra Sileri e Speranza si sta rivelando di una gravità inaudita, visto che siamo un Paese in piena emergenza. Il ministero della Salute dovrebbe garantire serenità alle persone, che sono malate anche di ansia oltre che di Covid“, attacca il fondatore di ‘Io sono stato curato con la terapia domiciliare’.

Quindi un appello, per accelerare il contrasto al Coronavirus: “I medici del nostro gruppo vanno a casa dei pazienti il primo giorno con un tampone rapido. Effettuano loro il tampone e si parte subito con la cura. In questo modo abbiamo potuto trattare pazienti che non avevano accesso ad alcuna cura. Quindi si può tornare liberi curandosi nel modo che si ritiene più opportuno. E un approccio che includa la terapia domiciliare lo si deve garantire a tutti“.

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