Come previsto, dopo aver colpito il Nord Europa, dove sono morte cinque persone, la furia della tempesta Ciaran si è abbattuta sull’Italia, causando almeno sei vittime e diversi dispersi oltre a ingenti danni. Le regioni più colpite sono la Toscana e il Veneto. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera allo stato d’emergenza nazionale con lo stanziamento di 5 milioni “per le misure più urgenti” proprio per la Toscana.
Toscana, almeno sei morti e tre dispersi
Nella regione guidata da Eugenio Giani si registra la situazione più drammatica, con i Comuni di Campi Bisenzio e Prato sott’acqua. Secondo il Cnr, erano almeno 50 anni che il territorio non registrava precipitazioni di una tale intensità. In tre ore sono caduti 190 millimetri di pioggia.
Sei le vittime registrate sinora. Una donna di 83 anni è morta in una rsa a Rosignano, nel Livornese. Un uomo di 85 anni è stato travolto dall’acqua esondata dal torrente Bagnolo mentre era in casa. Tra le campagne di Vinci e Lamporecchio hanno invece perso la vita marito e moglie, 70 lui e 65 lei, travolti dalla piena di un torrente. A Montemurlo, in provincia di Prato, sono morte due donne, di 84 e 28 anni, a colpite da malore.
Oltre 40mila le persone senza luce, mille gli interventi di vigili del fuoco, protezione civile e volontari della Croce rossa giunti da tutta Italia. “Ingentissimi” i danni secondo Confindustria Toscana. Le alluvioni hanno colpito il sistema produttivo del territorio, in particolare nel distretto pratese.
Veneto, un vigile del fuoco disperso
In Veneto, proseguono ancora senza sosta le ricerche di un fuoco del fuoco disperso da ieri a Puos Dalpago, in provincia di Belluno. Walter Locatello, 42 anni, questo il nome del pompiere disperso, è caduto nel pomeriggio di ieri nel torrente Tesa, nei pressi del cimitero, tra Puos Dalpago e Bastia.
Ora a far paura sono i grandi fiumi. “A iniziare dall’Adige a Verona, che è stato messo in sicurezza con l’apertura del collettore”, ha spiegato il presidente Luca Zaia. Sotto osservazione anche il Bacchiglione, il Brenta, il Tagliamento, il Meduna e il Livenza.
Lombardia: Lambro esondato, occhi puntati sul Seveso
In Lombardia, il Lambro è in piena a Monza, ed è già esondato all’interno del Parco in vari punti, tra cui il ‘Ponte delle catene’ e la ‘Valle dei sospiri’. Dopo le esondazioni del Seveso dei giorni scorsi, il fiume resta osservato speciale, mentre a Como i vigili del fuoco sono al lavoro per contenere l’esondazione del Lario.
Lazio: mareggiata sul litorale, bomba d’acqua su Roma
Nel Lazio, una forte mareggiata ha sferzando il litorale romano, da Ostia sino a Fregene, con raffiche di vento eccezionali e onde di tre metri. Anche Roma è stata colpita. Una bomba d’acqua nella mattina si è abbattuta sulla Capitale. Nel pomeriggio un altro temporale. A causa delle forti raffiche di vento sono stati oltre 150 gli interventi dei vigili del fuoco per alberi caduti, piante sradicate, insegne divelte, pali e lampioni pericolanti.
Le previsioni: allerta massima fino a domenica
La Protezione Civile ha valutato per domani allerta rossa per rischio idraulico su parte di Veneto. Allerta arancione su parte gran parte del Veneto e Lombardia, su parte di Liguria, Emilia-Romagna e allerta gialla su parte di Toscana, Emilia-Romagna Veneto, Liguria e Lombardia, Sardegna, Puglia, Basilicata, su Campania, Calabria, Sicilia e sulla provincia autonoma di Trento.
Secondo le previsioni meteo, fino a domenica in Italia l’allerta resterà massima, con alluvioni, nubifragi, venti di tempesta e anche nevicate abbondanti oltre i 1000 metri sulle Alpi. E molti bacini italiani, in particolare quelli del Nord e della fascia tirrenica, resteranno in situazione critica estrema.
Domani dal pomeriggio un nuovo fronte colpirà il Nord-Ovest. Sono attese piogge molto forti su Liguria e Piemonte e localmente anche su Valle d’Aosta, Lombardia e alta Toscana. Domenica il nuovo fronte perturbato attraverserà tutto il Paese con piogge da nord verso sud, con venti di burrasca, neve su Alpi e localmente sugli Appennini. I fenomeni più intensi sono attesi ancora una volta sul Triveneto e lungo la fascia tirrenica, dalla Toscana fino alla Calabria.
Cosa è la tempesta Ciaran
Ciaran è finora il più intenso evento meteorologico del 2023. Si è formata a seguito dello scontro tra masse d’aria fredde e calde nell’ovest dell’Atlantico. La tempesta sta imperversando in buona parte dell’Europa, con venti fino a 120 chilometri orari, mareggiate e temporali. Si stratta di un profondissimo e vasto vortice ciclonico con valori di pressione prossimi ai 960hPa (hectopascal, unità di misura della pressione atmosferica). Causa fenomeni estremi paragonabili a quelli associati a un “Major Hurricane”, un uragano di categoria 3 o superiore.
L’occhio del ciclone si sta spostando dal Canale della Manica verso la Norvegia e, nonostante la distanza dall’Italia, a causa della sua impressionante dimensione e della potenza ha colpito duramente anche la Penisola. Con le sue larghe maglie sta estendendo la propria influenza anche a latitudini più meridionali, fino a raggiungere il nostro Paese. Secondo il Consorzio Lamma-Cnr, l’instabilità atmosferica “si è rinforzata anche dalle temperature del mare che è estremamente caldo”.
Crisi climatica e dissesto idrogeologico
La tempesta è la dimostrazione ancora una volta di “come la crisi climatica stia accelerando il passo con eventi meteorologici estremi sempre più intensi”, ha commentato Legambiente. L’associazione ambientalista ricorda come dall’inizio dell’anno nella sola Lombardia si siano verificati ben 61 eventi meteorologici estremi (in crescita del 65% rispetto al 2022), 28 quelli registrati in Toscana (+27%) e 24 in Veneto (+41%).
Il dissesto idrogeologico è l’altra faccia della devastazione che ancora una volta ha colpito la Penisola. “Ormai ogni alluvione è un bollettino drammatico nel quale siamo costretti a contare vittime, dispersi e ingenti danni alle comunità e alla nostra economia. La fragilità del nostro territorio, unita al consumo di suolo e a una cementificazione che continua a correre, oltre alla riduzione degli spazi naturali dei fiumi, rendono sempre più grave l’emergenza generata dagli impatti della crisi climatica”, sintetizza efficacemente il Wwf .
“È sempre più evidente che il nostro Paese si trovi in uno stato di calamità climatica permanente, sottovalutato per anni dalla politica”, denuncia l’organizzazione che invita il governo a concentrare tutte le risorse disponibili sulle politiche di adattamento al cambiamento climatico.