I taxi si fermano in tutta Italia per 48 ore, ossia l’intera giornata di martedì e quella di mercoledì. Il motivo dello sciopero riguarda una polemica non certo nuova, che vede i tassisti sul piede di battaglia contro il Governo. E da un lato i disagi per chi ha bisogno di spostarsi sono da tempo importanti. Dall’altro c’è da analizzare come la politica stia affrontando l’annosa vicenda.
Ciò che contestano attualmente i tassisti
La protesta parte dall’articolo 10 del Ddl concorrenza, con conseguente delega al Governo. Questa riguarda un “adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti“. Di fatto si tratta delle app alternative ai taxi tradizionali, a partire da Uber. E i tassisti ritengono e temono che questo possa dare vita a una liberalizzazione selvaggia del mercato.
Chi attualmente guida un taxi in Italia appartiene a 13 possibili sigle sindacali. Esse comprendono i circa 40 mila tassisti attivi sul nostro territorio, e tutti convergono su un punto. “Il Governo deve togliere dal tavolo qualsiasi ipotesi di liberalizzazione. Siamo pronti al dialogo e a tenere calma la piazza. L’ideale sarebbe tornare in Parlamento per fare un apposito Ddl“, è la richiesta del presidente della Cooperativa Radiotaxi 3570 di Roma, Loreno Bittarelli.
Taxi: tutti i problemi per conducenti e clienti
La proposta di quest’ultimo, che l’ha esposta all’agenzia Agi, è chiara: “Le licenze devono restare prerogativa dei tassisti. Il modello per noi è l’accordo con Uber che abbiamo raggiunto come It Taxi. La nostra partnership prevede che per coloro che chiedono un veicolo su Uber la chiamata viene veicolata ad It taxi che la gestisce con i suoi veicoli“. Nel frattempo, però, è prevista una manifestazione a Roma per le 10 di martedì mattina. E ci saranno mobilitazioni contemporanee anche nelle altre città italiane.
Altra denuncia riguarda l’esplosione di taxi abusivi che rappresenta ormai una pericolosa abitudine soprattutto all’esterno dei grandi aeroporti. Uno di essi è quello di Fiumicino, dove una moltitudine di autisti senza regolare licenza piomba sui turisti tentando di lucrare sulla loro necessità di spostarsi e la loro potenzialmente alta disponibilità economica. Una situazione insomma molto delicata, e che i tassisti sperano torni quanto prima sotto controllo. Tanto più che non mancano i partiti che ufficialmente si dichiarano a loro vicini. Storica in tal senso la posizione di Fratelli d’Italia e Lega, ma anche il Pd appare sempre più distante da una liberalizzazione totale. Intanto, però, il Ddl attualmente in vigore prevede tutt’altro.