Strage di Viareggio, famiglie contro ad Ferrovie su prescrizione: “Verme”

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È iniziato e subito si è interrotto il processo in appello bis sulla strage di Viareggio, perché mancava la traduzione in tedesco della sentenza della Corte di Cassazione. Ossia la lingua madre di alcuni imputati.

Niente rinuncia alla prescrizione: cosa significa

Alcuni familiari dell’associazione ‘Il mondo che vorrei’ erano in aula dove era presente anche Mauro Moretti, manager delle Ferrovie dello Stato ai tempi della strage di Viareggio. Proprio lui ha dichiarato che non rinuncerà alla prescrizione.

L’avvocato dei familiari delle vittime della strage di Viareggio, Gabriele Dalle Luche, spiega cosa questo significhi: “Succede che avrà i benefici rispetto alla prescrizione dagli omicidi colposi. E quindi, come gli altri imputati, si troverà ad affrontare il disastro ferroviario. Dovrà fare i conti anche con i reati di lesioni e incendio colposi rispetto ai quali aveva rinunciato alla prescrizione in appello“.

Strage di Viareggio: la rabbia dei parenti delle vittime

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A usare parole durissime nei confronti di Mauro Moretti è Daniela Rombi, dell’associazione ‘Il mondo che vorrei’ (che si è posta a fianco delle vittime della strage di Viareggio). “Il verme non ha rinunciato alla prescrizione – ha attaccato Rombi, madre di una delle vittime, Emanuela. Era un uomo che ha avuto paura, si è guadagnato tre anni di galera dicendo quelle parole, altrimenti ci andava. La sua avvocata deve stare zitta, perché io ho diritto di parlare quanto mi pare. È un condannato per aver ammazzato 32 persone come amministratore di tutta la holding“.

Il presidente dell’associazione, Marco Piagentini, è a sua volta severissimo: “Abbiamo visto in scena un teatrino scandaloso. È venuto Moretti per provocare i familiari delle vittime della strage di Viareggio. Ha rinunciato alla prescrizione, perché si era dichiarato innocente. Adesso non si dichiara più, perché è colpevole. Per noi sono colpevoli. Avevamo provato col ministro della Giustizia a togliere la prescrizione, non solo per il nostro processo. Non ce l’abbiamo fatta. Quello che hanno detto gli avvocati è inaccettabile. Sanno le condizioni per cui siamo qui, abbiamo perso i figli. Dovevano stare zitti e andare via, sono vergognosi“.

Strage di Viareggio: “Regaleremo alla Cassazione un traduttore Google”

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Prima di quella che doveva essere l’udienza in appello bis per la strage di Viareggio del 2009, i familiari delle vittime hanno percorso un tratto della strada che porta al tribunale per protestare contro le lungaggini della giustizia. E qui si è parlato del rinvio del processo in appello, per permettere di tradurre in lingua tedesca la sentenza della Corte di Cassazione, che ha annullato con rinvio a giudizio con l’accusa di disastro. Così sempre Daniela Rombi: “Io penso che l’associazione ‘Un mondo che vorrei’ farà un regalo ai giudici e i cancellieri della corte di Cassazione di Roma, un traduttore Google“.

Il coltello viene ancora rigirato nella piaga, perché è una vergogna ancora una volta. Il fallimento totale della giustizia. Se fosse successo da un’altra parte, questa gente sarebbe stata licenziata in tronco. Voglio sapere come si può pensare di ottenere ancora giustizia in questo Paese. Stanno prendendo in giro 32 morti e le loro famiglie. Sono quasi 13 anni che noi siamo qui“, ha concluso Rombi. E la strage di Viareggio continua a provocare un dolore insostenibile. Anche in tribunale.

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