Da oggi Emilio Fede, condannato in via definitiva per il caso Ruby bis, potrà uscire di casa per tutto il giorno, dalle 6.30 alle 22. Il giornalista, 89 anni, ha ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali con una decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano. Si chiude così per lui il periodo di detenzione domiciliare. Se vorrà andare fuori dalla Lombardia, per esempio a Napoli da sua moglie, dovrà fare istanza per ottenere l’autorizzazione.
L’ex direttore del Tg4 ha scontato 10 mesi ai domiciliari e deve ora completare la pena residua con 4 anni di servizi sociali. Poco meno di un anno fa proprio per l’età ormai avanzata e per alcune patologie il Tribunale aveva stabilito che scontasse la pena in “detenzione domiciliare”. Ad aprile dell’anno scorso la Cassazione aveva confermato le condanne per lui e Nicole Minetti per favoreggiamento della prostituzione per le serate a Villa San Martino ad Arcore. Fede era accusato anche di un tentativo di induzione.
A giugno scorso l’arresto di Emilio Fede per evasione domiciliare
Quando Emilio Fede venne arrestato lo scorso giugno a Napoli per evasione dagli arresti domiciliari si scatenò una mezza polemica. Il giornalista stava cenando con la moglie Diana De Feo in un ristorante del lungomare di via Partenope per festeggiare il suo 89esimo compleanno (è nato il 24 giugno 1931) quando sei carabinieri in borghese erano piombati nel locale e lo hanno invitato a rientrare in hotel.
“È stato terrorizzante. Compivo gli anni e da Milano, con i domiciliari finiti, sono partito per trascorrere due giorni con mia moglie. Siamo andati al ristorante a mangiare una pizza io e lei, e lì sono arrivati i carabinieri, notificandomi gli arresti per il reato di evasione. Mi sono venuti ad arrestare per evasione perché non ho atteso le disposizioni per i servizi sociali. Si sono presentati un capitano dei carabinieri, peraltro gentilissimo, con tre militari, come fossi il peggiore dei delinquenti”, dichiarerà a caldo all’Ansa.