Stop auto benzina e diesel: la nuova comunicazione gela gli italiani | Date e condizioni della stangata

La Commissione Europea è irremovibile è ha già indicato la data in cui le nostre vite cambieranno radicalmente 

Gli automobilisti italiani sono con il fiato sospeso. L’Europa, infatti, ha messo nel mirino le auto alimentate a diesel e a benzina. La paura dei cittadini, secondo quanto fin qui comunicato, è che le vetture come le conosciamo oggi, possano essere messe al bando. Ecco la novità che preoccupa tutti.

Auto diesel e benzina
Stop alle auto diesel e benzina: c’è la data foto: Ansa – newsby

A torto o a ragione, la Commissione Europea considera le automobili le principali responsabili dell’inquinamento atmosferico. E’ innegabile che le condizioni climatiche del mondo necessitino di una svolta. Il riscaldamento globale sta creando gravi disfunzioni alla salute umana. Ma anche alle coltivazioni. E, secondo molti esperti, anche le sempre più ricorrenti catastrofi planetarie sono da ricondurre ai cambiamenti climatici.

Urge fare qualcosa. Il mercato dell’automobile è indicato come il principale responsabile delle emissioni di CO2. Per questo, la Commissione Europea ha già sancito una data a partire dalla quale, le auto con motore a combustione saranno messe al bando.

A poco hanno fin qui giovato le resistenze di alcuni Paesi, tra cui proprio l’Italia. In particolare, la Germania, che basa molto della propria economia sulla produzione di vetture, anche di grande lusso, sta dando battaglia. Ma la UE tira dritto. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Addio alle auto diesel e benzina: cosa accadrà?

Il diktat di Bruxelles è chiaro e molte grandi aziende del settore si stanno già muovendo per convertire, almeno in parte, la loro produzione. La Commissione Europea, infatti, ha indicato il 2035 come data per lo stop alla vendita di auto alimentate a diesel e benzina.

Commissione europea
Commissione Europea irremovibile foto: Ansa – newsby

A partire dal 2035, dunque, dovrebbe esserci lo stop alla vendita delle auto come le conosciamo oggi. E, anche se non si tratta di uno stop alla produzione, è innegabile che tutto ciò possa avere ripercussioni anche sulle fabbriche. L’Europa (e forse anche il mondo) va verso l’elettrico.

Ma ciò che preoccupa, in particolare, è la non adeguatezza della rete per i rifornimenti. L’Italia, in particolare, ha una concentrazione maggiore di colonnine (circa il 58%) per lo più al Nord. Non vi sono infrastrutture uniformi e tutto ciò, quindi, rischia di aumentare, ancor di più, il gap già esistente tra Settentrione e Meridione del Paese.

Cambierà tutto, dunque. Bisognerà riprogrammare la propria vita, dato che non vi sarà più il concetto di fermarsi per il rifornimento in una stazione, ma l’auto potrà essere ricaricata mentre si fa altro. E, chiaramente, arriveranno le tasse. Le ormai celeberrime accise, che paghiamo sul carburante, quando il parco auto sarà in massima parte elettrico, saranno pagate sull’elettricità. 

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