Dalla giornata di oggi, venerdì 1° aprile 2022, entrano in vigore le nuove regole dettate dal primo giorno di fine dello stato di emergenza. Cambiano le regole per la quarantena dei positivi al Covid-19, ci sono novità riguardanti l’utilizzo del Green Pass, l’obbligo vaccinale, l’organizzazione delle strutture che si occupano della gestione della pandemia e il sistema a colori delle Regioni. Tuttavia, un elemento di continuità che è rimasto dopo questi ultimi 26 mesi di pandemia è la presenza di un commissario straordinario all’emergenza Covid. Dopo Domenico Arcuri e Francesco Paolo Figliuolo, ecco arrivare Tommaso Petroni.
Maggior generale dell’Esercito, sarà lui a prendere il posto del Generale nell’organizzazione della campagna vaccinale. Ricoprirà la carica di direttore dell’Unità per il completamento della strategia di immunizzazione e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia. Tuttavia, un interrogativo resta in piedi: perché è stato sciolto il Comitato tecnico scientifico ma, contemporaneamente, sussiste ancora la figura del commissario straordinario per un’emergenza che, tecnicamente, non esiste più?
Non c’è più lo stato di emergenza, ma continuerà a esserci la figura del commissario straordinario
Il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, ha terminato la propria attività dopo oltre due anni. “Si è sviluppato un rapporto di dialogo e collaborazione tra scienza e politica mai esistito prima in forma così strutturata. Penso debba restare un patrimonio del Paese”, ha spiegato in un’intervista. Tuttavia “la circolazione virale è ancora rilevante ed è questa la ragione per cui tutti noi continuiamo a raccomandare prudenza e attenzione nei comportamenti individuali”. Ma cosa dice esattamente, a proposito della fine dello stato di emergenza e della figura del commissario straordinario, il Decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24?
L’articolo 2 del provvedimento del governo Draghi afferma che “al fine di continuare a disporre, anche successivamente, alla data del 31 marzo 2022, di una struttura con adeguate capacità di risposta a possibili aggravamenti del contesto epidemiologico nazionale in ragione della epidemia da COVID-19” viene nominato un direttore un’Unità “per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia, che opera fino al 31 dicembre 2022”.
La nuova figura (Petroni, per l’appunto) agirà “con i poteri attribuiti al Commissario straordinario dal predetto articolo 122 del decreto-legge n. 18 del 2020” e si avvarrà “di una parte del personale della Struttura di supporto alle attività del citato Commissario straordinario, nonché di personale in servizio presso il Ministero della Salute, secondo le modalità indicate dallo stesso Ministero, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
In sostanza, quindi, l’obiettivo dell’esecutivo è mantenere stabile tutta l’organizzazione della campagna di vaccinazione fino a fine anno. Il tutto non solo per cercare ancora di ‘pescare’ tra coloro che non si sono ancora vaccinati. Ma anche per portare avanti quella che (con tutta probabilità) sarà la quarta dose per tutti. Allo stesso tempo, però, si è ritenuto che non fosse più necessario proseguire con tutte quelle restrizioni che, nelle prossime settimane, saranno definitivamente eliminate. Di conseguenza, la sussistenza del Comitato tecnico scientifico non era più ritenuta necessaria. Mentre l’Unità di Figliolo, sì.
In sintesi: lo stato di emergenza è finito, non c’è più il Commissario straordinario per l’emergenza, ma esiste ancora un Commissario straordinario per il Covid. Con poteri straordinari uguali a quelli per l’emergenza. Un giro di parole per dire che, pur essendo terminata una fase (ancorché importante) della pandemia da Coronavirus, quella di ieri è stata solamente una scadenza burocratica. Quella vera e propria di un incubo non è ancora data da sapere. Ma la speranza è che anche quella giunga il più resto possibile.