[scJWP IdVideo=”2qOUvoeY-Waf8YzTy”]
Anche il Tevere, come il Po, comincia a soffrire le scarse piogge stagionali. La siccità sta colpendo anche il fiume capitolino. Che continua ad abbassarsi, pur non destando ancora grande preoccupazione. “Se il letto del fiume continua a scendere si creeranno problemi per la mia attività. Perché toccheremo il fondo“, racconta il presidente dell’ASD Canottieri Navalia, Stefano Tenderini.
Tevere in secca: i problemi per le attività romane
Stesso problema si pone per Dante Mortet della Società Romana di nuoto 1889. La sua storica struttura rischia infatti di non galleggiare più, per poi finire su pilastri di cemento che rischierebbero di bucare e far affondare l’imbarcazione. “Il Tevere in secca è un problema enorme, per tutti – spiega –. Più praticamente è un problema nel tratto urbano. Perché anche i galleggianti, che sono antichi e ricchi di storia, con la siccità rischiano di andare in crisi. E stiamo parlando di strutture particolari e uniche. Ci sono cassoni di cemento che ci sostengono, e con la secca toccano il fondo. Se passano però delle barche, che potrebbero passare anche solo per prestare soccorsi, si generano onde che possono rompere le nostre strutture“.
Il problema, però, tocca anche e soprattutto la fauna e la flora che caratterizza il Tevere. “In particolare in estate arrivano le alghe e le piante in acqua. Questo restringe il letto del fiume. Con la siccità c’è poi un problema enorme, cioè il rischio di una moria di pesci, flora e fauna. Che sono ricchissimi anche nel tratto urbano. Quando abbiamo poca acqua diventano le prime vittime, soprattutto con le forti piogge“, sottolineano i due.
Le conseguenze della siccità e le possibili soluzioni
Con la siccità, infatti, anche i temporali diventano paradossalmente un nemico della natura. “Spesso in estate si verificano piogge potenti – ricorda Mortet –. Questo però fa riversare nel fiume sostanze che uccidono. Già l’anno scorso è successo, e ora rischiamo di ritrovare di nuovo centinaia di migliaia di pesci morti nel tratto urbano. Dal punto di vista turistico ma soprattutto sanitario questo porterebbe a una crisi enorme“.
L’idea è che si possa fare qualcosa per contrastare la siccità. “La natura fa il suo corso, ma l’uomo può fare la sua parte per distruggerla. Allo stesso tempo si può però anche migliorarla. Credo ci siano persone deputate che debbano prevedere, prevenire e fare un progetto con largo anticipo per sanare questa situazione. Il futuro è questo. Anche perché il biondo Tevere oramai è calvo, bisogna prendere provvedimenti per salvarlo“, ha concluso il presidente della Romana Nuoto.