Come funzionerà la scuola a settembre, quando ripartirà il prossimo anno scolastico? Una domanda che si stanno ponendo tutti i soggetti interessati, dal corpo docenti ai dirigenti scolastici, dal personale Ata fino ovviamente agli studenti. E nel frattempo spuntano le linee guida del ministero. Che si tramuteranno in decreto quando la ministra Lucia Azzolina avrà discusso il tutto con Regioni e sindacati.
Si va verso una riapertura della scuola, con un ritorno in aula, che però non sarà totale e onnicomprensivo. Probabile infatti il ricorso alla didattica mista, con alunni in presenza e a distanza a seconda dei casi. Verrà meno anche il tradizionale ricorso alla lezione che il professore della singola materia effettua di classe in classe. Si preferirà invece l’aggregazione di diverse discipline in ambiti più grandi, con studenti di classi diverse e magari anche anni diversi che affronteranno insieme la lezione sul medesimo argomento.
Gli ingressi a scuola avverranno a distanza, e sarà implementato anche l’utilizzo di locali esterni all’istituto vero e proprio. Questo estenderà l’orario delle lezioni anche in momenti della giornata non tradizionalmente legati alla presenza in aula degli studenti, comprendendo anche il sabato. Nell’attesa che il comitato tecnico scientifico (Cts) si esprima sull’argomento, invece, al momento non si parla di eventuale ricorso a mascherine, distanziamento, visiere o barriere in plexiglas.
Tutta questa documentazione potrebbe essere messa nero su bianco già il prossimo giovedì, ma le linee guida lasciano alla scuola ampia autonomia per quanto riguarda la didattica. Saranno i presidi, con l’ausilio dei consigli d’istituto, a decidere come applicare in ogni singolo caso le nuove disposizioni. Nel caso in cui, poi, fosse necessario tornare a casa, sarà inevitabile un nuovo ricorso alla didattica a distanza. Ma se dovesse succedere, il ministero preparerà nuove disposizioni.
Grande attenzione è data anche alla scuola dell’infanzia, che non dovrà essere snaturata per non creare possibili traumi ai più piccoli. Ecco perché asili e materne non prevederanno l’utilizzo della mascherina per i giovanissimi scolari, mentre gli educatori non indosseranno protezioni che li rendano irriconoscibili (come per esempio le visiere in plexiglas). Gli ingressi a scuola saranno scaglionati tra le 7:30 e le 9, i bambini resteranno sempre con lo stesso gruppo e avranno a disposizione i soli giocattoli messi a disposizione dalla scuola. Confermato il ricorso alla mensa scolastica, giudicata indispensabile da un punto di vista educativo. E che, tutt’al più, prevederà ulteriori turnazioni.
Nonostante questa piccola rivoluzione riguardo al corpo docenti, al momento non è previsto alcun aumento nel numero degli insegnanti. Da chiarire la gestione delle lezioni con classi anche dimezzate, ma il ministero conferma che esiste un miliardo di euro da destinare alla scuola. E nello specifico agli stipendi del personale, a partire da assistenti e bidelli. Novità sul piano didattico sarà invece il ritorno dell’educazione civica: una materia a tutti gli effetti, con voto in pagella e una nuova organizzazione da approntare.
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