Scuola, i sindacati sul Green Pass: “Basta decisioni a senso unico”

I sindacati della scuola hanno inviato al governo una nota unitaria. Chiedono a Palazzo Chigi di non assumere iniziative a senso unico, ma di proseguire il dialogo sul tema del Green Pass. E sollevano il velo su quelli che ritengono essere problemi più impellenti per la scuola italiana.

In una categoria vaccinata al 90%, il provvedimento assunto (che prevede anche sanzioni) sta alimentando forti tensioni, come spesso accade quando si assumono decisioni frettolose e radicali”, si legge nella nota. E ancora: “La scuola non si riapre per decreto“, “serve il confronto”.

Le decisione del governo sul Green Pass a scuola

L’obiettivo del governo è svolgere l’anno scolastico 2021-2022 in presenza. Per questo motivo, ha introdotto regole severe per permettere lo svolgimento in sicurezza delle lezioni. Per prima cosa le mascherine. Saranno obbligatorie, a partire dai sei anni, per tutti gli studenti. A meno che non abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione.

Tutto il personale della scuola e dell’università dovrà esibire il Green Pass per entrare nelle scuole. “Il mancato rispetto delle disposizioni è considerata assenza ingiustificata e, a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento”.

La protesta dei sindacati

Secondo i sindacati, invece, “restano nel frattempo irrisolti altri aspetti che incidono fortemente nel determinare le necessarie condizioni di sicurezza. Non si decongestionano le classi sovraffollate adottando provvedimenti strutturali, si preferisce ricorrere a fragili misure una tantum per il recupero (peraltro solo fino a fine anno solare)”.

Inoltre, “non si tutela il personale scolastico scaricandogli ogni genere di incombenza (dal controllo degli accessi, alla sanificazione degli ambienti) senza introdurre alcun presidio sanitario per coordinare interventi e iniziative. Con un provvedimento sostanzialmente inefficace rispetto alla presenza a scuola di otto milioni di studenti, si scaricano sui lavoratori tutte le conseguenze di scelte non fatte”, sostengono nella nota.

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