Ritorno in classe per circa 8 milioni di studenti italiani delle scuole medie e superiori (in quest’ultimo caso al 50%). Da oggi, lunedì 1 febbraio, possono riprendere a seguire le lezioni in presenza gli alunni che vivono in Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Veneto, Sardegna, Calabria, Campania e Puglia. In Sicilia, dov’è “scattata” la zona arancione, tornano in aula solo gli studenti della seconda e terza media. Per gli alunni delle superiori, invece, è prevista la didattica a distanza almeno fino al 7 febbraio.
Nelle altre regioni le lezioni in presenza erano già riprese nelle scorse settimane, anche se con qualche difficoltà. I primi a tornare a scuola al termine delle vacanze di Natale, il 7 gennaio, erano stati gli studenti delle Provincie autonome di Trento e Bolzano. In seguito, l’11 gennaio, sono riprese le lezioni in presenza anche per i ragazzi della Valle d’Aosta, della Toscana e dell’Abruzzo. Il 18 gennaio è stato il turno degli studenti di Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Molise. Infine, il 25 gennaio, le lezioni in presenza sono riprese anche per gli studenti delle medie di Lombardia, Liguria, Marche, Umbria e Campania.
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In Campania, vari studenti hanno organizzato degli scioperi nelle scuole per chiedere delle misure di sicurezza in più.
“Non è possibile che si riapra la scuola con le stesse modalità di ottobre. A ottobre sono bastate due settimane per richiudere tutto. I banchi a rotelle migliorano ma certo non garantiscono la sicurezza. Noi vogliamo tornarci in classe ma in sicurezza. I mezzi di trasporto sono stati anche migliorati ma non basta“. Così Laura, una studentessa del liceo Sannazaro durante l’assemblea pubblica indetta all’esterno della scuola nel giorno di riapertura.
“Probabilmente non si è compreso cosa chiedevamo quando protestavamo per rientrare. Volevamo rientrare, certo, ma in sicurezza. Non si può giocare su questo, noi non vogliamo correre rischi, in particolare per le nostre famiglie. In più abbiamo chiesto anche un presidio sanitario in ogni scuola con un sostegno psicologico per i ragazzi. Il tasso di depressione tra i giovani è aumentato parecchio causa della pandemia“. Così Marcella, una studentessa del liceo Sannazaro di Napoli.
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Circa una quindicina di studenti universitari sono entrati nell’Università Statale di Milano chiedendo lo stop della didattica a distanza e il rientro in presenza. “Sulla scia delle occupazioni dei licei abbiamo deciso che anche il movimento universitario deve dare un appoggio a queste azioni“, spiega Cecilia membro del collettivo studentesco Kasciavit, “istruzione e cultura devono essere messe al primo posto. Gli studenti fuori sede sono in una condizione economica difficile e nessuno gli sta dando alcuna risposta“.
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