Scuola, confermato il rientro a scuola per il 10 gennaio: bocciato il rinvio

Il ritorno tra i banchi resta previsto tra il 7 e il 10 gennaio. Per il rinvio di 20-30 giorni si era espresso il presidente della Campania De Luca con la speranza di raffreddare il picco dei contagi. L’esecutivo ha intenzione di mantenere la data del 10 gennaio per il ritorno degli studenti dietro banchi, nonostante l’impennata dei contagi e la corsa della variante Omicron. Lo assicurano autorevoli fonti di governo all’Adnkronos. Lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della conferenza di fine anno, aveva assicurato che non ci sarebbero stati rinvii.

Rientro a scuola, forse rinviato di un mese in Campania

Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20-30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta, e di sviluppare, in questi giorni, la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca“, aveva affermato De Luca.

Non sarebbe di certo una misura ideale, ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico“, aveva aggiunto De Luca. Si è detto invece contrario all’ipotesi “di tenere a casa i bambini non vaccinati. Mi sembrerebbe – aveva spiegato – una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile. Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l’obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre“.

Quarantena, al vaglio nuove regole per vaccinati e non

Gli istituti sono pronti a ripartire tra il 7 e il 10 gennaio, ma in alcuni territori la riapertura slitterà a causa dei contagi. Anche per questo il Governo sta vagliando regole diverse soprattutto alle elementari e in prima media, in vista dell’avvio della campagna vaccinale 5-11. In seguito alla proposta delle Regioni, è probabile che per scuole elementari e medie, nel caso di due studenti positivi, si possa prevedere l’autosorveglianza di cinque giorni per gli studenti vaccinati e la quarantena di 10 giorni con Dad per i non vaccinati. A partire da tre contagi in su, sarebbe invece l’Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione delle attività in presenza.

Ma i sindacati non sono d’accordo. “La ripresa delle attività didattiche non deve riprodurre modelli che già si sono rivelati ingestibili“, spiega all’ANSA la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. “Ricordo con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza“, aggiunge Maddalena Gissi. “Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Dad ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al Pc“.

Lazio, ritorno alla Dad? “Si tratta di una fake news”

Intanto, in Lazio, circola voce di un ritorno obbligatorio alla Dad, ma la Regione smentisce. “Si tratta di una notizia falsa e la Regione attiverà fin da subito tutte le azioni legali per individuarne gli autori”, annunciano dalla Regione Lazio. ‘‘Sta circolando in queste ore sui social una fake news in cui si annuncia una imminente ordinanza per avviare la didattica a distanza nelle scuole statali superiori del Lazio fino al 18 gennaio. È utile ribadire che tutte le misure applicate nella gestione dell’epidemia Covid-19 vengono comunicate esclusivamente sui canali ufficiali della Regione Lazio”, conclude la nota ufficiale.

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