La scuola riaperta al 100% è un “grande risultato”, sostiene l’ex coordinatore del Cts e attuale consulente del Ministero dell’Istruzione, Agostino Miozzo. Il quale, a una settimana dal rientro in classe della totalità degli studenti in zona arancione e gialla, propone dove possibile di fare lezione nei parchi. Perché gli spazi chiusi presentano sempre dei rischi. Eppure lo scorso dicembre il governo Conte aveva investito 1,5 miliardi di euro in fondi per l’edilizia scolastica (3 miliardi di euro in tutto per la riapertura in sicurezza), e con il decreto Sostegni sono arrivati altri 300 milioni di euro, 150 dei quali destinati all’aerazione artificiale. E poi ci sono i 390 milioni di euro destinati al servizio di trasporto pubblico, di cui però una parte “deve essere ancora spesa”, disse Mario Draghi.
In attesa di capire se questa modalità potrà essere effettivamente messa in pratica, non sono poche le preoccupazioni per il rientro di tutti gli studenti a scuola. “Ci dovrà essere un mix di soluzioni che non dev’essere solo sul trasporto pubblico locale”, avverte il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, “ma anche sull’organizzazione scolastica e sulle altre misure che prevedono una modulazione delle percentuali. Vogliamo trovare soluzioni ma bisogna raccontare la verità e dire fin dove è possibile arrivare, altrimenti si fanno danni. Meglio dire i limiti con chiarezza e serietà altrimenti non si risolvono i problemi”.
Dubbi sulla possibile riapertura delle scuole per tutti sono stati espressi anche dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana. “Per quanto riguarda la riapertura del trasporto pubblico, i tavoli con prefetture sono sempre aperti, ma dobbiamo risolvere il problema dell’equazione insostenibile che vede le scuole al 100% e la copertura dei treni al 50%. Questo è un problema che abbiamo già evidenziato al governo. Nell’incontro previsto nel pomeriggio sentiremo le riflessioni del governo”, ha detto.
Oggi è fissato alle ore 17 l’incontro tra governo, regioni e anche sindaci per limare le ultime decisioni in vista della riapertura annunciata per il 26 aprile. Tra le ipotesi sul tavolo, quella di orari scaglionati per le entrate negli istituti, mantenendo il 50% di presenza sui mezzi rispetto alla capienza. Oppure, per non rischiare di aumentare questa stessa percentuale, chiedere (anche se i tempi sarebbero troppo stretti) un potenziamento di mezzi e numero di personale. Si pensa anche a test salivari rapidi a campione per gli studenti e vaccini in autunno anche ai bambini e ai ragazzi per rendere il ritorno in aula ancora più sicuro.
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