Scuola in agitazione in tutta Italia: “Dopo pandemia serve rilancio”

Il mondo della scuola continua ad essere in fibrillazione in queste ore difficilissime per il governo. Così nell’arco di poche ore si sono registrate diverse manifestazioni per denunciare l’attuale stato dell’istruzione in Italia. Una di esse ha avuto luogo davanti al ministero dell’Istruzione, mentre nel resto del Paese c’è stata una mobilitazione generale.

La protesta davanti al Miur: “Ripensare tutto il modello”

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Alcune decine di studenti, insegnanti e sindacalisti si sono date appuntamento davanti al Miur per evidenziare le problematiche della pubblica istruzione dopo la pur parziale riapertura delle superiori. Luca Ianniello, della Rete studenti medi, ha spiegato: “Siamo qui per rivendicare la necessità di ripensare il modello scolastico. Questa pandemia ci ha dimostrato che la scuola così come è non funziona. Usiamo questo momento per rilanciarla“.

Saverio Faltuso, segretario regionale Uil scuola Lazio, ha aggiunto: “Ci sono ancora notevoli difficoltà, per i trasporti e per la riorganizzazione del lavoro“. Giulia Pezzella, docente precaria in una media inferiore, ha concluso: “Chiediamo il tracciamento fatto dalle Asl, tamponi per tutti e i vaccini con urgenza per i docenti“.

Il collettivo ‘Priorità alla Scuola’ e i problemi dei precari

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Il collettivo ‘Priorità alla Scuola’ ha invece organizzato una mobilitazione in tutta Italia per fermare il precariato nelle aule. Anche a Firenze, davanti all’ufficio scolastico regionale. Insieme a Cobas Scuola chiedono adeguati finanziamenti della scuola pubblica attraverso il Recovery Fund e soprattutto la riduzione del numero degli alunni per classe. Quest’ultima è vista come condizione prioritaria per garantire una scuola di qualità e l’inserimento in graduatoria di tutti gli insegnanti precari, a detta degli organizzatori.

La coordinatrice del movimento Costanza Margiotta spiega: “La pandemia ha soltanto svelato quelle che già erano tutte le criticità della scuola. Se in Italia le scuole sono state chiuse più del resto d’Europa, uno dei motivi è anche l’esistenza delle classi pollaio. Chiediamo che le classi siano organizzate con un massimo di 20 alunni, regolarizzato l’organico docenti e Ata per l’anno prossimo in maniera pluriennale“.

Presente alla manifestazione anche l’associazione ‘Noi Scuola’ con il suo rappresentante Valerio Cai: “Gli insegnanti devono essere tutti presenti sin dal primo giorno. Quest’anno li hanno nominati a novembre, dicembre. Invece di aumentarli, li hanno ridotti e le scuole soffrono. Questo è inaccettabile. Bisogna stabilizzare gli insegnanti“.

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