Anche gli scacchi sono passibili di razzismo? Così pare, anche se è difficile capire se il messaggio che ha sollevato la nuova polemica sia reale o solo sarcastico.
A varcare la nuova frontiera del “politicamente correttissimo” è stato John Adams, un economista che nel 2015 è stato portavoce della federazione australiana degli scacchi. Proprio lui ha fatto sapere tramite Twitter di essere stato contattato dalla ABC di Sydney a proposito di un possibile caso di discriminazione legato al popolarissimo gioco di società.
“Ho appena ricevuto una telefonata da un produttore della ABC Sydney in cerca di un commento sul gioco degli scacchi! La ABC si è fatta l’idea che gli scacchi siano RAZZISTI, dato che il bianco muove sempre per primo“, ha scritto Adams. Dando solennità al suo messaggio aggiungendo la dicitura di “BREAKING”:
🚨 BREAKING 🚨
I just received a phone call from an ABC Sydney based producer seeking a comment about the game of chess!
The ABC have taken the view that chess is RACIST given that white always go first!
They are seeking comment from a chess official as to whether
— John Adams (@adamseconomics) June 23, 2020
Scacchi razzisti? La rabbia dei campioni
La questione ha scatenato un inevitabile vespaio sui social. Andando a raggiungere anche i più famosi campioni di ogni tempo, come Anatoly Karpov. Il fuoriclasse prima sovietico e poi russo degli scacchi ha liquidato la vicenda con poche quanto eloquenti parole. “È iniziato un periodo di follia totale. Cosa c’entra (il razzismo ndr) con questo gioco secolare?“, il suo commento.
Sulla vicenda si è espresso anche uno dei suoi storici rivali: quel Garry Kasparov che nel frattempo ha abbandonato la madre patria per la sua opposizione a Vladimir Putin, trovando ricovero a New York. “Se siete preoccupati dal fatto che il gioco degli scacchi possa essere razzista, per favore giocate a Go, dove il nero muove per primo, invece che sembrare fuori di testa e far perdere soldi dei contribuenti chiedendo a un’emittente di Stato di investigare sulla vicenda“, ha scritto facendo sfoggio di una nemmeno così sottile ironia.
If you are worried that the game of chess is racist, please take up Go, where black moves first, instead of looking foolish by wasting taxpayer money at a state broadcaster to “investigate” it! https://t.co/DPjvvWbqcb
— Garry Kasparov (@Kasparov63) June 23, 2020
L’opinione dei giovani e il regolamento
Eppure “il bianco che muove prima del nero” è argomento delicato addirittura per alcuni professionisti. Come l’olandese Anish Giri e il campione del mondo di scacchi, il norvegese Magnus Carlsen. Proprio quest’ultimo oltre un anno fa spiegò di aver fatto una partita con il collega partendo da un pedone nero. “Abbiamo infranto una regola degli scacchi oggi, per cambiare le menti domani“, aveva spiegato.
#MoveForEquality pic.twitter.com/1vWaZHqzy7
— Magnus Carlsen (@MagnusCarlsen) March 20, 2019
Sottolineiamo che il regolamento degli scacchi prevede il bianco e il nero non per riferimenti epidermici, ma semplicemente per avere la certezza che le pedine siano immediatamente distinguibili sulla scacchiera. I colori, come la forma dei pezzi, è stata standardizzata dal campione inglese Howard Staunton a metà dell’Ottocento.