Svolta importante nel processo Ruby Ter. Il tribunale di Siena ha condannato Danilo Mariani, il pianista senese di Arcore, a due anni di reclusione per falsa testimonianza. “Non fatemi parlare, altrimenti mi fanno un altro processo”, ha dichiarato l’uomo al termine dell’udienza a porte chiuse. Le posizioni riguardo il reato di corruzione per Silvio Berlusconi e lo stesso Mariani sono state stralciate dal processo principale ed entreranno a far parte di un nuovo fascicolo. A confermarlo sono stati i legali del leader di Forza Italia, Federico Cecconi e Lorenzo De Martino, entrambi presenti in aula. Il processo è ruotato attorno ai 170mila euro versati da Berlusconi tra il 2011 e il 2013 a Mariani come “rimborsi spese”. Secondo l’accusa sarebbero stati in realtà dei pagamenti per indurre il protagonista a rendere falsa testimonianza.
Ruby Ter, processo a Berlusconi rinviato al 21 ottobre
Nell’udienza odierna, dopo sette rinvii, era attesa anche la sentenza di Berlusconi. Tuttavia, i legali dell’ex premier hanno presentato istanza di rinvio per legittimo impedimento. Il leader di Fi è ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano proseguire le terapie che sta seguendo per superare gli strascichi del Covid. Il collegio presieduto dal giudice Mosti ha accolto la richiesta di legittimo impedimento e disposto lo stralcio della posizione di Berlusconi per il reato di corruzione in atti giudiziari. Il processo Ruby ter è stato rinviato al 21 ottobre, davanti a un nuovo collegio giudicante, che sarà designato dal presidente del Tribunale di Siena dopo l’estate. Nel procedimento sarà imputato anche Mariani, a cui viene contestato lo stesso reato di Berlusconi.
Le richieste della procura
Negli scorsi mesi, la procura di Siena, con il pubblico ministero Valentina Magnini, aveva chiesto la condanna di Berlusconi a 4 anni e 2 mesi di reclusione. Per Mariani era stata chiesta una pena complessiva di 4 anni e 6 mesi. A ottobre il processo dovrà riprendere con un nuovo collegio: la sentenza di oggi, infatti, ha reso incompatibile quello attuale, perché si è già espresso sulla materia.