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Protesta in corso in Campidoglio da parte dei lavoratori delle utenze non domestiche, appalto gestito da Multiservizi, che stanno facendo rotolare finti sacchi con i rifiuti della spazzatura sulla scalinata michelangiolesca di accesso alla piazza. “Welcome to Rome, the city of rubbish”, è lo striscione esposto dai manifestanti. Con il ridimensionamento del servizio porta a porta per le utenze non domestiche da parte di Ama, la Multiservizi ha lasciato l’appalto e ora 270 operatori rischiano di perdere il posto di lavoro. Tanta la rabbia, che porta anche al mancato rispetto delle norme sul distanziamento sociale. Molti hanno infatti la mascherina calata.
La protesta in piazza con i finti rifiuti
“Tutto nasce dal fatto che ad aprile la Multiservizi, capofila di un’Ati composta anche da Isam e Sanafull System, non ha accettato la proroga del servizio per la raccolta dei rifiuti delle utenze non domestiche”, spiega Gianluca Deiua, della Fit Cisl di Roma e del Lazio. “Ama ha dichiarato di voler reinternalizzare il servizio, ma è evidente che non ce la fa”. Durante la protesta con i finti rifiuti, un manifestante urla al megafono: “Siamo qua perché siamo senza lavoro. Non abbiamo risposte dal Campidoglio e siamo 270 lavoratori senza stipendio e disperati. Ci stiamo stancati di questo, vogliamo ricominciare a lavorare. Non sappiamo più come possiamo andare avanti in questa situazione. Non abbiamo risposte, quindi oggi rimarremo qui per lottare per il lavoro che è un diritto di noi operatori ecologici che ci occupiamo della raccolta differenziata delle utenze non domestiche”.
Intanto, 270 lavoratori sono in cassa integrazione. Il Campidoglio ha chiesto all’Ati di congelare i licenziamenti per tutto giugno e alle altre tre aziende, Sarim, Sangalli e AVR, che coprono il servizio su altri lotti della Capitale, di entrare in mutuo soccorso fino alla fine dell’anno, per dar modo alla municipalizzata di approntare un nuovo bando. Ma nulla ancora si muove.