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“Continuiamo a chiedere da anni verità e giustizia per Giulio Regeni. Le ultime indagini hanno fatto venire fuori cose assurde e non può continuare a restare impunito il regime egiziano“. Così Jamal Quaddorah, responsabile immigrazione della Cgil Campania in una delle tante manifestazioni organizzate in questi giorni in memoria del dottorando italiano dell’Università di Cambridge ucciso in Egitto nell’inverno del 2016.
Sferzata al governo da Napoli: “Troppo morbido”
Le sue parole arrivano durante il presidio in piazza Municipio a Napoli, convocato per continuare a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni. “Il gesto di Corrado Augias dovrebbe essere la normalità e invece diventa un gesto eroico – sottolinea Quaddorah –. Noi crediamo che il governo italiano non abbia fatto abbastanza. Pensiamo che sia stato troppo morbido per non compromettere i rapporti economici con l’Egitto“.
Le conseguenze del caso Regeni, invece, secondo i manifestanti dovrebbero generare prese di posizioni molto più severe da parte dell’Italia. “Noi chiediamo invece che venga richiamato l’ambasciatore italiano e che si interrompano i rapporti economici con l’Egitto. I diritti umani devono prevalere su tutto“, spiega infatti il sindacalista della Cgil.
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Regeni, la mobilitazione a Milano davanti al Comune
Per le conseguenze del caso Regeni è stata organizzata una mobilitazione anche a Milano. A indirla è stata la Rete Italiana di Pace e Disarmo, già molto attiva sul tema in questi giorni. Al termine della chiusura delle indagini, infatti, aveva presentato al Governo la richiesta di richiamare l’Ambasciatore italiano dall’Egitto, di esercitare una forte azione di pressione sulle autorità egiziane e la cancellazione degli accordi di cooperazione e vendita di armi con il regime di al-Sisi.
La mobilitazione simbolica nazionale è sfociata a Milano in un presidio organizzato in piazza della Scala, sotto la sede del Comune. Qui, per tenere alto il livello di attenzione su Giulio Regeni, hanno parlato Melissa Oliviero, segreteria della Camera del Lavoro di Milano, e Susanna Camusso, ex segretaria della Cgil. Perché il dottorando italiano non sia dimenticato. E ottenga la giustizia che merita.