Il rave party di Valentano, ai confini tra le province di Viterbo e Grosseto, ufficialmente è finito da un paio di giorni. Poi c’è la situazione ufficiosa, i tanti strascichi. E i disagi di un’area del centro Italia solitamente tranquilla e che sta vedendo giovani di dubbia provenienza spuntare nei luoghi più svariati e in condizioni quantomeno precarie. E, in alcuni casi, questa è una definizione generosa.
Per sapere se la situazione è tornata alla normalità, basterebbe fare qualche domanda per le strade di Manciano. Qui, nel piccolo centro che rappresenta il confine meridionale della provincia di Grosseto, nei giorni scorsi otto giovani si sono recati a fare la spesa al supermercato. Piccolo ma non irrilevante dettaglio: erano completamente nudi. Un altro reduce del rave party, un 33enne di Novara, è stato bloccato al casello autostradale di Chiusi. In macchina trasportava ben sette etti di stupefacenti.
Non sono mancate conseguenze anche fisiche, e non solo per i partecipanti al rave party. Nella zona dell’Amiata, due giovani milanesi (un uomo e una donna) sono stati arrestati per oltraggio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Lei, in particolare, era in evidente stato di agitazione. Al momento del fermo, così, è scattata l’aggressione a due carabinieri. Ne avranno per 10-15 giorni a causa delle lesioni subite.
“Finalmente l’area del rave party è stata liberata, dopo diversi giorni. È stato un assembramento di migliaia di persone, alcuni asseriscono oltre 10 mila“, ha spiegato a ‘Radio24’ l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Che, giustamente, ha evidenziato anche un altro aspetto: “Questo provoca un elemento di facilitazione nella circolazione del virus. Sicuramente ci sarà un aumento dei contagi“.
E la sua analisi a posteriori è che il rave party non sarebbe nemmeno dovuto cominciare. “Sicuramente questa situazione andava evitata – ha infatti tuonato l’assessore –. Se si radunano oltre 10 mila persone in tempo di pandemia è un fatto grave e anomalo. Non si capisce come da un lato si impedisce l’attività regolare delle discoteche e poi si possano consentire cinque giorni di un’aggregazione così importante. In questa fase ci sono strumenti più che in passato non c’erano. Come le attività preventive su internet“. E intanto i disagi non accennano a finire una volta per tutte. Con Viterbo e Grosseto che iniziano a non poterne più.
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